Gela. La scorsa settimana, le amministrazioni comunali di Gela, Niscemi e Caltagirone hanno avviato un primo raffronto diretto sul progetto di un parco naturalistico regionale, muovendo dalle esperienze della Riserva Biviere e delle aree della Sughereta e di Santo Pietro. Ci saranno contatti con la Regione per cercare di delineare la procedura da seguire. “Un parco naturalistico senza l’inserimento della Piana di Gela non ha senso – dice il responsabile della Riserva Biviere Emilio Giudice – non bisogna dimenticare che la normativa ancora in essere è quella degli anni ’80, ormai del tutto superata dalla disciplina europea. Le norme europee sono sovraordinate. Questo significa che va applicato il piano di gestione. Non penso che si possa iniziare solo con il coinvolgimento della parte politica. Si apra un confronto con le associazioni, anche in termini scientifici. Se invece l’obiettivo è costituire un parco solo perché i Comuni sono ormai in enorme difficoltà, allora mi convince ben poco”. Giudice, già nel recente passato avanzò pubblicamente la proposta di un parco regionale. “Se valutiamo i dati oggettivi, si deve sottolineare che Santo Pietro non è più riserva. Sulla Sughereta c’è la competenza dell’ente foreste. Solo il Biviere è una Riserva. Un parco non può nascere solo per mettere insieme più entità. La Piana concentra i fattori più importanti da un punto di vista geologico e storico”. Al tavolo della scorsa settimana non sono state invitate associazioni come la Lipu che da anni gestisce la Riserva Biviere ed è una presenza importante in quell’area, già decisamente attorniata dagli insediamenti agricoli, in gran parte avviati per la produzione in serra.
“Il progetto di un parco naturalistico regionale, se strutturato sulla base della sola disciplina delle aree protette, degli anni ’80, sarà un’idea barbara. Il progetto va sviluppato seguendo la linea della normativa europea. Le norme europee e i piani di gestione sono sovraordinati – sottolinea ancora Giudice – purtroppo, i Comuni non hanno mai brillato quanto a conservazione e tutela delle aree naturali, soprattutto in questo territorio”. Per Giudice, il confronto va allargato da subito, aprendo alle associazioni e a chi sul territorio si occupa di salvaguardare zone importanti, come insegna l’esperienza della Riserva Biviere, spesso sotto forte pressione, tra roghi, discariche abusive e la presenza estesa di insediamenti agricoli (aspetto fino ad oggi privo di una vera regolazione).