Gela. Almeno per ora, il punto vendita locale non sembra toccato dalla scia di licenziamenti, avviata su tutta l’isola e in Campania dal gruppo “Papino”. L’azienda ha annunciato lo stop delle attività e a rischio sono più di duecento posti di lavoro. I vertici hanno optato per la richiesta di cassa integrazione straordinaria per fine attività, inoltrata al ministero. Sono salvi, però, i centri di Gela, Belpasso, Misterbianco e San Giovanni La Punta. A settembre, è stata attivata la procedura di concordato preventivo, presso il tribunale di Catania. Sono già stati licenziati cinquantasei lavoratori su un esubero di ottantasette. I sindacati vogliono un passo indietro e anche al Ministero del lavoro punteranno sulla revoca dei licenziamenti.
“Avere licenziato, ignorando la richiesta sindacale di ammortizzatori sociali, per chiedere dopo due giorni la cassa integrazione straordinaria suona come una beffa che si aggiunge al danno per cinquantasei famiglie siciliane. Papino elettrodomestici – dicono i sindacati che seguono la vertenza – che non ha mai fornito i dati essenziali per verificare lo stato di crisi, mentre chiede la cassa integrazione straordinaria per fine attività, dichiara peraltro ai sindacati di avere avviato trattative con vari competitor del settore per la cessione dei rami d’azienda. Al Ministero chiederemo anche che si adempia al dettato della legge 428 del 1990 che prevede specifiche garanzie di continuità occupazionale per i lavoratori presenti nei rami d’azienda ceduti. Vigileremo dal canto nostro, assieme agli altri sindacati, affinché ai lavoratori sia garantita la continuità occupazionale”.