Gela. Si sarebbe difeso dopo aver subito ferite alle braccia causate da una lama, usata dal rivale. E’ questa la tesi che la difesa del ventottenne Simone Rinella ha esposto davanti ai giudici del riesame di Caltanissetta. Il giovane e il padre cinquantottenne Giuseppe sono accusati di tentato omicidio. Avrebbero aggredito e gravemente ferito un altro giovane. In base a quanto ricostruito dai pm della procura e dai carabinieri, tra Simone Rinella e l’altro giovane ci sarebbero state ruggini scaturite dai rapporti con una ragazza. Padre e figlio hanno agito la scorsa estate e nelle ultime settimane, dopo le verifiche investigative, i carabinieri hanno stretto il cerchio. Ci sono anche altrettanti indagati, ma a piede libero. I Rinella sono attualmente detenuti e per gli inquirenti avrebbero colpito alla testa il rivale, impugnando un martello da fabbro. I difensori, gli avvocati Francesco Bellino e Giovanni Bellino, hanno invece proposto una ricostruzione dei fatti diversa.
Per i legali, il cinquantottenne Giuseppe Rinella non avrebbe avuto alcun ruolo nell’accaduto. Il figlio Simone invece avrebbe risposto al rivale gettandogli contro quel che rimaneva di alcuni mobili, depositati in strada. Davanti al gip, gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e adesso i difensori chiedono di rivedere i provvedimenti emessi nei loro confronti.