Gela. Ai disagi tra le corsie ospedaliere, per la carenza del personale infermieristico e il riconoscimento di un uguale tempo di vestizione nei presidi dell’Asp, si aggiunge una nuova emergenza sicurezza legata al blocco del servizio di portineria.
Gli attuali due operatori, che ormai da un mese non possono garantire la vigilanza nelle ore notturne, sono stati esonerati anche a effettuare i turni domenicali. La decisione è di Luciano Fiorella, direttore del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele.
“Ho ricevuto una comunicazione verbale – accusa Saverio Ficarra, operatore tecnico alla sbarra – Da domenica l’ingresso sarà sguarnito. Chiunque potrà liberamente introdursi tra le corsie dell’ospedale. Io, a fine mese, avrò una busta paga ancora più leggera. Ho stimato una perdita di almeno 400 euro”.
Non nasconde il suo disappunto anche l’altro operatore del servizio di portineria. Intanto, i dodici infermieri esponenti sindacali del Nursind, coordinati da Giuseppe Provinzano, annunciano la loro adesione alla giornata di sciopero nazionale fissata per il 3 novembre prossimo.
“Una rappresentanza protesterà a Roma, davanti Montecitorio – assicura Provinzano – tutti gli altri garantiranno un presidio davanti il piazzale di accesso dell’ospedale di via Palazzi. Rivendichiamo il blocco delle assunzioni, degli stipendi e dell’avanzamento di carriera, oltre alla carenza di personale che sfocia in ritmi di lavoro insostenibili. Abbiamo inviato una formale denuncia al manager dell’Asp, Ida Grossi, sul mancato adeguamento del tempo necessario per le consegne e la vestizione del personale infermieristico. Gli operatori del presidio ospedaliero Vittorio Emanuele hanno ottenuto il riconoscimento di dieci minuti sono dopo un’azione legale, contro i 15 minuti riconosciuti dal 2010 ai colleghi dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta”.