Gela. La carenza di personale medico rischia di avere influenze negative anche nella gestione del punto nascita del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele” dove i gelesi sembrano soffrire di problemi legati alla fertilità.
In città, infatti, le coppie costrette a ricorrere ad aiuti esterni per concepire un bambino sono più frequenti. Il percorso, più farraginoso, rischia però di scontrarsi anche con la carenza dei camici bianchi. La stessa che ha già costretto Carmelo Iacono, direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale (Asp) Cl2, a dirottare le emergenze del locale reparto di Malattie infettive presso l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Cosi, l’organico delle 11 unità previste in Ostetricia e ginecologia risulterebbe sottodimensionato a 8 medici ma attualmente quelli in servizio sono appena 4. Altri 2 sono assenti perché in ferie e 1 per malattia. La situazione di disagio si traduce nel blocco delle attività programmate e in assurdi doppi turni. Alcuni medici sono costretti anche a indossare il camice alle 8 del mattino fino alle 20, senza interruzione. “Non ci sono specialisti a disposizione – assicura Luciano Fiorella, direttore responsabile dell’ospedale di via Palazzi – Abbiamo avviate tutte le procedure per coprire le carenza di medici tra le corsie dell’ospedale”. Sulla carenza di personale è intervenuta anche Virginia Farruggia, presidente della commissione Sanità del Comune. “Siamo certi che la Direzione strategica attiverà ogni possibile soluzione per scongiurare la chiusura del reparto di Malattie infettive – assicura Virginia Farruggia – e continuerà a lavorare nella direzione giusta per garantire servizi sanitari efficienti e d’eccellenza al nostro territorio, in attesa da troppo tempo. La Commissione Sanità, i sindacati e le associazioni lavoreranno in sinergia per dare un contributo fattivo, come è stato fino ad oggi, alla direzione strategica dell’Asp di Caltanissetta”. Nell’attesa, il personale del punto nascita continua a garantire, con sforzi enormi, i servizi essenziali quali i tracciati e gli esami ecografici oltre a tutte le urgenze del territorio. Secondo i bene informati al calo dei parti dei gelesi si contrapporrebbe un aumento di partorienti provenienti dai Comuni limitrofi, tra Licata, Mazzarino, Niscemi, Riesi, Butera e Caltagirone. Un dato che rischia di fare lievitare le nascite che nel solo mese di luglio si sono attestate a quota 81, 20 delle quali di donne licatesi.