Operaio rimase ferito nell'area pontile di raffineria, assolti gli imprenditori di "Puccio Impianti"

L'incidente si verificò sette anni fa

05 novembre 2025 19:10
Operaio rimase ferito nell'area pontile di raffineria, assolti gli imprenditori di "Puccio Impianti" -
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Gela. L'incidente sul lavoro di sette anni fa, nell'area pontile Eni, causò il ferimento di un operaio, allora alle dipendenze della società “Puccio Impianti”. Precipitò in mare, mentre era stato concluso l'allestimento di un ponteggio. Fu soccorso da altri due operai e riportò ferite. Per quei fatti, il giudice Eva Nicastro, a conclusione del dibattimento, ha assolto l'imprenditore Carmelo Puccio e l'allora amministratore dell'azienda Salvatore Provenzano. Sono cadute anche le contestazioni di tentata violenza privata. La procura, nella requisitoria, aveva già concluso escludendo profili di responsabilità per gli imputati e per la stessa società, impegnata nell'indotto di raffineria. La parte civile, con il legale Francesco Rizzo, in rappresentanza dell'operaio rimasto ferito, ha invece indicato la condanna, ritenendo che quell'incidente fu causato da inosservanze nei sistemi di sicurezza del cantiere. Il lavoratore, sentito nel corso dell'istruttoria, confermò di aver subito gravi conseguenze e riferì di una condotta dei vertici aziendali, finalizzata a impedire che potesse avviare l'iter procedurale successivo al ferimento. Secondo la sua versione, subì vessazioni, ricevendo peraltro l'ordine di trasferimento in un altro sito. Ricostruzione che i legali degli imputati, gli avvocati Davide Limoncello e Orazio Rinelli, hanno del tutto respinto. Secondo la loro linea, il cantiere corrispondeva alla normativa in materia di sicurezza e l'incidente si sarebbe verificato per scelte errate dell'operaio. La stessa versione resa dal ferito è stata messa in dubbio dai difensori, che hanno pure chiesto la trasmissione degli atti alla procura rispetto alla sua posizione. Hanno riferito di una vicenda che ha creato “danni all'immagine dell'azienda”. Le contestazioni a carico dei coinvolti sono venute meno, con il dispositivo letto in aula dal giudice.

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