Operaio ferito, precipitò in una vasca di depurazione: assolti imputati e Mecogest

 
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Gela. Il grave incidente sul lavoro si verificò ormai sei anni fa, in un complesso residenziale, a ridosso delle aree balneari di Manfria e Roccazzelle. Un operaio, appena assunto dalla società Mecogest, finì in prognosi riservata, dopo essersi calato in una vasca di depurazione. A causa delle emissioni, perse i sensi e venne solo successivamente recuperato, per poi essere trasferito in una struttura ospedaliera di Enna. Per quei fatti, il giudice Miriam D’Amore non ha individuato elementi di responsabilità né rispetto alla posizione della stessa Mecogest né per l’imprenditore, titolare dell’azienda, Sebastiano Migliore. E’ stata pronunciata l’assoluzione, come chiesto non solo dalle difese ma anche dal pm Pamela Cellura. Dai banchi di accusa, è stato concluso che non sono emersi, anche in fase istruttoria, condizioni che potessero collegare quanto accaduto all’operaio con eventuali disposizioni fornite dai vertici societari, per la difesa del tutto estranei a quanto accadde durante gli interventi nel complesso residenziale. In base alla ricostruzione emersa, l’operaio si calò nella vasca per cercare di sbloccare un cestello. Le esalazioni lo colsero di sorpresa, facendogli perdere i sensi. Precipitò in fondo e fu un altro imputato, Salvatore Falzone, ad intervenire e a sua volta a riportare conseguenze. Nei confronti di Falzone, difeso dall’avvocato Angelo Licata, il pm ha concluso per la condanna, a nove mesi di reclusione. La difesa, però, ha ripercorso quegli accadimenti, spiegando che in realtà l’imputato non aveva alcun ruolo nell’azienda né nei lavori di spurgo che erano stati commissionati. Non era dipendente Mecogest e si limitò alla presenza sul posto, perché impiegato nell’azienda che aveva fornito l’impianto di depurazione. “Non era un preposto – ha detto l’avvocato Licata – anzi, si accorse di quello che stava accadendo e ha messo a repentaglio la propria vita, pur di salvare l’operaio colto da malore”.

Il giudice D’Amore ha dato seguito alle conclusioni della difesa, disponendo l’assoluzione anche per Falzone. I legali che rappresentano Mecogest, gli avvocati Filippo Spina e Tiziana Ragusa, e il difensore di Migliore, l’avvocato Antonio Gagliano, nelle conclusioni hanno ribadito l’assenza di qualsiasi responsabilità aziendale. E’ stato spiegato che l’operaio che si calò nella vasca, senza dispositivi di sicurezza, aveva la giusta formazione e comunque agì non sulla base di una tabella di lavoro fornita dall’azienda. Si sarebbe trattato di una sua iniziativa, che rischiò di causare conseguenze ancora più gravi. Il lavoratore rimasto ferito non si è costituito parte civile. Il dibattimento si è concluso con l’assoluzione per gli imputati.

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