Operai esposti all’amianto in raffineria fin dagli anni ’80, sono malati: accuse a manager Eni e imprenditori dell’indotto

 
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Gela. Sono venti gli imputati, tutti manager e tecnici del gruppo Eni ma anche di società dell’indotto di raffineria. Le patologie contratte dai lavoratori. Devono rispondere, davanti al giudice Marica Marino, delle patologie che, nel corso degli ultimi anni, hanno colpito diversi ex lavoratori della fabbrica. Si tratta, in prevalenza, di malattie legate all’esposizione all’amianto. Così, le accuse vengono mosse nei confronti di Armando Grassi, Giancarlo Barbieri, Alfonso Valerio, Alessandro Colnaghi, Francesco Mauro, Salvatore Verniccio, Rocco Ardore, Antonio Catanzariti, Pasqualino Grandizio, Gregorio Mirone, Gincarlo Fastana, Giorgio Clarizia, Ferdinando Lo Vullo, Giuseppe Farina, Vito Milano, Salvatore Vitale, Giovanni Calatabiano, Giuseppe Genitori, Giorgio Daumiller e Arturo Borntragger. Proprio alcuni lavoratori esposti all’amianto hanno già scelto di costituirsi parte civile. Lo hanno preannunciato, in aula, i loro difensori, gli avvocati Davide Ancona, Antonino Ficarra, Ezio Bonanni e Claudia Caizza. I legali dei lavoratori hanno, inoltre, preannunciato la volontà di chiedere la chiamata in giudizio, come responsabile civile, proprio della società raffineria di Gela. In base alle indagini, l’esposizione all’amianto e ad altre sostanze pericolose sarebbe iniziata almeno negli anni ottanta. Il giudice Marica Marino valuterà le richieste, aprendo il dibattimento, già alla prossima udienza. Hanno preannunciato la richiesta di costituirsi parte civile, anche i legali di alcune associazioni. Nel pool di difesa, tra gli altri, ci sono gli avvocati Giacomo Ventura, Antonio Gagliano, Pietro Pistone, Gualtiero Cataldo, Maria Elena Ventura e Piero Amara.

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