Milano. Aveva già ammesso le proprie responsabilità per l’agguato mortale, che trentatré anni fa costò la vita a Cristoforo Verderame, ucciso nel piazzale esterno di un istituto scolastico, a San Giuliano Milanese. Per il collaboratore di giustizia Antonino Pitrolo, è arrivata la conferma della condanna ad otto anni di reclusione. La decisione è stata emessa dai giudici della Corte d’assise d’appello di Milano, ai quali si è rivolta la difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Maria Assunta Biondi. In primo grado, una pronuncia di condanna era stata emessa dal gup del tribunale di Milano, al termine del giudizio abbreviato. In appello, però, è stato accolto il ricorso dei legali della famiglia della vittima, gli avvocati Carmelo Tuccio e Giuseppe Simonetti. I magistrati milanesi hanno riconosciuto il risarcimento dei danni ai familiari, quantificandolo in base alle richieste degli avvocati di parte civile, che si sono costituiti proprio in rappresentanza dei familiari di Verderame.
Secondo gli investigatori dell’antimafia milanese, Verderame sarebbe stato ucciso, su ordine dei vertici di Cosa nostra gelese, che intanto avevano portato la guerra di mafia, anche nell’hinterland lombardo. I giudici della Corte d’assise di Milano, però, hanno assolto il boss Antonio Rinzivillo, considerato mandante dell’azione di morte. Gli elementi a suo carico non hanno retto in sede dibattimentale. Peraltro, Rinzivillo era già stato assolto per fatti legati alla vicenda Verderame. Sull’agguato al gelese, che era arrivato nella zona di Milano, gli investigatori fecero luce, dopo diversi anni, seguendo soprattutto quanto riferito dai collaboratori di giustizia.