Omicidio Valenti, perizia sul fratricida: Era capace d’intendere e volere?

 
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Gela. I magistrati della procura vogliono capire se, negli istanti che sono costati la vita al trentenne Alessandro Valenti, il fratello e omicida Vincenzo fosse capace d’intendere e di volere.

Per questa ragione, verranno effettuati accertamenti sullo stato psichico del quarantenne che, due settimane fa, in via Bonanno, nel quartiere di San Giacomo, ha trucidato il fratello.
Un avviso è già stato notificato ai legali che rappresentano i familiari della vittima e allo stesso difensore di Vincenzo Valenti. Dalla procura è stato assegnato l’incarico alla specialista del ramo Liliana Gandolfo che, quindi, avrà il compito di valutare le effettive condizioni psichiche dell’omicida reo confesso. Gli accertamenti dovrebbero servire a disegnare un quadro molto più completo rispetto al vero e proprio profilo mentale dell’operaio metalmeccanico autore dell’omicidio.
Diverse ammissioni sono già arrivate proprio attraverso le dichiarazioni rese da Vincenzo Valenti, assistito dall’avvocato Carolina Macrì, davanti al giudice per le indagini preliminari Alberto Leone. La decisione relativi agli accertamenti è stata assunta dal pubblico ministero Silvia Benetti.

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