Gela. Un nuovo incarico ai periti per ritornare sul contenuto di una delle intercettazioni alla base delle accuse che i pm della Dda di Caltanissetta muovono a Nicola Liardo, al figlio Giuseppe Liardo e a Salvatore Raniolo. Sono ritenuti responsabili di aver pianificato e poi eseguito l’omicidio del tassista Domenico Sequino, ucciso in pieno centro storico, a pochi passi dalla chiesa Madre. Le difese, nel corso delle precedenti udienze, hanno aperto un’ampia maglia rispetto proprio alle intercettazioni, dimostrando che il contenuto di quella considerata quasi decisiva per l’accertamento della responsabilità dei tre imputati, in realtà non conterrebbe per nulla la frase sull’omicidio. In aula, si tornerà a breve. Le difese non si sono opposte all’acquisizione del verbale delle dichiarazioni rilasciate da un collaboratore di giustizia. A conclusione di questa ulteriore verifica da parte dei periti, si aprirà la fase finale del dibattimento, con le richieste dei pm, già previste ad aprile.
Il mese di maggio, quasi per intero, sarà invece concentrato sulle discussioni dei difensori degli imputati, gli avvocati Giacomo Ventura, Davide Limoncello, Flavio Sinatra e Antonio Gagliano. A conclusione della requisitoria del pm, toccherà al legale di parte civile, l’avvocato Salvo Macrì, esporre le richieste nell’interesse dei familiari di Sequino, che fin dall’inizio seguono il procedimento, costituiti parti civili. Gli imputati hanno sempre escluso di aver avuto ragioni d’astio tali da portarli all’omicidio. Si sono dichiarati estranei a quei fatti. Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe da rintracciare in ragioni economiche.