Gela. Ieri, la Corte d’assise di Caltanissetta ha assolto Nicola Liardo, il figlio Giuseppe Liardo e Salvatore Raniolo. Erano accusati dell’omicidio del tassista Domenico Sequino. Un’azione di morte che rimane, al momento, senza colpevoli. La famiglia della vittima ha seguito costantemente l’intero procedimento e si è costituita parte civile nel dibattimento. Ha condiviso la linea della Dda di Caltanissetta, che ha concluso per la richiesta di condanna di tutti gli imputati, invece assolti. Il legale Salvo Macrì ha sostenuto le ragioni dei familiari di Sequino, che fin dal primo momento hanno chiesto che si facesse giustizia per quanto accaduto. A conclusione del dibattimento di primo grado, proprio il legale della famiglia ha voluto fornire una posizione ufficiale. “Rinnovo il plauso alla procura per il lavoro svolto in questi anni e per la dedizione costante e competente con cui ha seguito il caso sia in fase di indagini che nel corso del processo, peculiarità che non sono in alcun modo scalfite dal verdetto liberatorio espresso dalla Corte. Siamo convinti, tuttavia – dice l’avvocato Macrì – che il caso non possa dirsi chiuso oggi e ciò a prescindere dalla responsabilità degli odierni imputati o di soggetti diversi ancora da individuare”.
I familiari di Sequino mantengono la speranza che si possa arrivare a dare un volto ai colpevoli. “Prendiamo atto che ad oggi gli autori ed i mandanti dell’efferato omicidio di Domenico Sequino – prosegue il legale a nome della famiglia – sono ancora impuniti e che la fiducia che i familiari pongono nelle istituzioni ci lascia tranquilli sul fatto che prima o poi i responsabili saranno assicurati alla giustizia”.