Omicidio Sartania, Cassazione conferma le condanne per i due imputati
I giudici capitolini hanno confermato le condanne

Gela. La Corte di Cassazione non ha accolto i ricorsi presentati dai difensori dei due imputati, accusati dell'omicidio di Crocifisso Sartania. Venne ucciso trent'anni fa e il suo corpo fu dato alle fiamme, in un'area rurale in territorio di Acate. I giudici romani hanno confermato le condanne già pronunciate, nel giudizio bis di secondo grado, dai magistrati etnei della Corte d'assise d'appello di Catania. Dieci anni di detenzione è l'entità della pena disposta per Carmelo Curvà e Cristoforo Palmieri. Il loro percorso processuale è stato assai lungo. Il gup del tribunale di Ragusa, in abbreviato, ne dispose l'assoluzione. Decisione poi ribaltata dall'assise catanese, che indicò le condanne, ritenendoli coinvolti nell'omicidio. La Corte di Cassazione intervenne, una prima volta, annullando con rinvio i verdetti. La Corte d'assise d'appello di Catania, però, emise nuovamente condanne, nonostante la richiesta di assoluzione indicata dalla procura generale. Decisione che è stata impugnata. I magistrati romani di Cassazione, questa volta, hanno concluso non accogliendo i ricorsi e confermando la responsabilità degli imputati, che invece hanno sempre negato un loro coinvolgimento. Le indagini ripartirono dopo anni, a seguito di dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, la cui fondatezza è stata messa in dubbio dalle difese. Secondo i legali, mancherebbero riscontri concreti per collegare gli imputati alla fine di Sartania. Stando alle accuse, si sarebbe trattato di una sorta di spedizione punitiva, generata dalla condotta che Sartania stava tenendo nei confronti della consorte. I familiari della vittima, costituiti parti civili, hanno insistito per la responsabilità degli imputati e anche in Cassazione gli avvocati Lomonaco e Tuccio hanno concluso per la conferma della sentenza di condanna. I difensori, gli avvocati Gagliano, Alfieri e Pace, hanno ribadito le motivazioni alla base dei ricorsi, escludendo la sussistenza di un nesso tra l'accaduto e i due coinvolti. I giudici capitolini hanno confermato le condanne. Per la stessa vicenda, decisione analoga venne emessa per la posizione di Orazio Rolletto. L'assoluzione, in precedenti gradi di giudizio, venne disposta per Carmelo Palmieri.