Omicidio Minguzzi, condanna all'ergastolo per il gelese Tasca e per Del Dotto: assolto Tarroni
Minguzzi, all'epoca studente universitario e militare di leva, fu rapito e ucciso. La Corte d'assise d'appello di Bologna si è espressa
Bologna. Ergastolo per l'ex carabiniere gelese Orazio Tasca, che vive nel nord Italia ormai da anni, e per l'altro ex militare dell'arma, Angelo Del Dotto. Sono stati ritenuti responsabili dell'omicidio del ventenne Pier Paolo Minguzzi, ucciso nel 1987 e il cui corpo venne ritrovato nelle acque del Po di Volano. I giudici della Corte d'assise d'appello di Bologna, da poco, si sono espressi a conclusione della camera di consiglio e dopo un'intera giornata dedicata alle richieste della procura generale e delle parti civili e alle conclusioni dei legali di difesa. I due ex carabinieri, in primo grado, erano stati assolti dalla Corte d'assise di Ravenna. L'assoluzione è stata invece confermata per l'idraulico Alfredo Tarroni, che secondo l'accusa avrebbe fatto parte del gruppo che sequestrò e poi uccise il ventenne Minguzzi, all'epoca studente universitario e militare di leva. Il sequestro, secondo la procura generale, era finalizzato al riscatto da 300 milioni delle vecchie lire richiesto ai familiari, titolari di un'azienda di ortofrutta. Il giovane però venne subito ucciso e per l'accusa gli imputati proseguirono comunque nel loro intento. Sia la procura generale sia le parti civili, in rappresentanza dei familiari della vittima, in appello hanno concluso con la richiesta dell'ergastolo per i tre imputati. Le difese, con gli avvocati Gianluca Silenzi, Luca Orsini e Andrea Maestri, pure in secondo grado hanno escluso la riconducibilità del sequestro e dell'omicidio ai due ex carabinieri e all'idraulico. Per gli investigatori, fu Tasca a contattare telefonicamente la famiglia Minguzzi per richiedere il riscatto così come fece in un altro caso analogo, poi definito con una condanna. La famiglia Minguzzi ha sempre chiesto di fare luce su quello che poi è diventato un cold case, riaperto ad anni di distanza dopo che inizialmente non si riuscì a seguire una pista precisa. I due ex militari dell'arma, in quel periodo, erano in servizio nella zona di Alfonsine, in provincia di Ravenna. Per l'accusa, avrebbero agito “perché avevano bisogno di denaro”. La famiglia della vittima è nel procedimento, con i legali Paolo Cristofori, Luca Canella e Luisa Fabbri. Parte civile è inoltre il Nuovo sindacato carabinieri (Nsc), con l’avvocato Maria Grazia Russo. Alle parti civili è stata riconosciuta una provvisionale. E' stato dichiarato prescritto il reato di occultamento di cadavere.
In foto Pier Paolo Minguzzi
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