Ravenna. Pierpaolo Minguzzi, all’epoca dei fatti poco più che ventenne e impegnato nella leva militare, fu ucciso dopo essere stato sequestrato, ma nella catena investigativa, forse qualcosa si bloccò, probabilmente in maniera consapevole. I sospetti stanno aumentando e in dibattimento, come hanno deciso i giudici della Corte d’assise di Ravenna, saranno sentiti l’allora fidanzata e “Alex”, personaggio monitorato per diverso tempo, ma che alle fine si rivelò non decisivo per ricostruire quello che effettivamente accadde trentaquattro anni fa, ad Alfonsine, nel ravennate. Per l’omicidio Minguzzi, sono a processo l’ex carabiniere gelese Orazio Tasca, l’altro ex militare dell’arma Angelo Del Dotto e l’operaio Alfredo Tarroni. Secondo i pm della procura di Ravenna, ci sarebbero stati loro dietro all’azione e al sequestro. Sono già stati condannati per un fatto analogo, finito anche in quel caso nel sangue. Minguzzi, in base alle ricostruzioni investigative, sarebbe stato ucciso subito dopo il sequestro, nonostante fosse stato chiesto un riscatto. Per gli inquirenti, a contattare la famiglia, per i soldi, sarebbe stato proprio Tasca. I giudici d’assise hanno anche nominato un consulente tecnico, che si occuperà di comparare le voci. E’ stato necessario provvedere ad una nuova nomina, dopo la rinuncia del primo esperto individuato. I tre imputati hanno sempre respinto le accuse, dicendosi estranei al sequestro e all’omicidio. Sono difesi dagli avvocati Luca Orsini, Gianluca Silenzi e Andrea Maestri. Gli inquirenti, che ricostruirono il caso dopo anni, sono invece certi che i due ex carabinieri e l’operaio abbiano pianificato e agito, così come fecero solo qualche settimana dopo, in un altro sequestro, poi finito nel sangue.
La famiglia Minguzzi attende di avere giustizia, per arrivare ad una verità. Il sospetto, ancora più grave, è che il commando abbia agito, sapendo di poter ottenere coperture, di che tipo saranno i giudici a valutarlo. I familiari della vittima sono parti civili, con i legali Paolo Cristofori, Luca Canella, e Luisa Fabbri. In aula, si tornerà già domani.