Omicidio Martines, i familiari: il difensore di Meroni ha insinuato e provocato

 
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Gela. I familiari di Francesco Martines, ucciso all’interno di una Fiat Punto nel dicembre del 2012, non ci stanno a passare per violenti o come persone che minacciano gli avvocati.

Dopo la protesta del difensore di Angelo Meroni all’Ordine degli avvocati sono le parti civili a fornire la loro versione di quanto successo nell’ultima udienza in tribunale. Di seguito il testo della lettera diffusa delle parti civili al nostro quotidiano. “La reazione di alcuni parti civili, sicuramente spropositata, aveva però tratto origine dalle continue insinuazioni e provocazioni operate dal difensore durante la discussione, dissonanti rispetto al tema in decisione. In specie, si ritiene che il diritto di difesa sia sacrosanto e costituzionalmente garantito a tutti, sebbene deve spiegarsi entro certi limiti legali e deontologici. Infatti, nella specie, alla esigua richiesta di pena avanzata dal pm, le parti civili non avevano mostrato alcun segnale di insofferenza od altro, rispettando la stessa e ciononostante alla gravità del fatto non si fosse accompagnata una completa formulazione del capo di imputazione.

Chiederemo pubblicamente al presidente dell’Ordine degli Avvocati, nella qualità, (acquisendo anche gli atti del procedimento) di verificare compiutamente i fatti, così appurando il comportamento serbato dal professionista nel corso del presente procedimento ed in quello connesso a carico del minore”. 

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