Omicidio Martines, Angelo Meroni in appello: chiesta una nuova perizia

 
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Gela. Sedici anni di reclusione decisi, in primo grado, dal giudice dell’udienza preliminare Fabrizio Molinari. Adesso, il legale di fiducia del quarantottenne Angelo Meroni, condannato per l’omicidio dell’edile Francesco Martines, ha deciso di rivolgersi

ai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta. Un vasto ricorso è già stato depositato. Stando alla linea difensiva, la decisione pronunciata in primo grado si baserebbe su elementi discordanti che non assicurerebbero certezze sul fatto che a sparare, uccidendo Martines nel dicembre di due anni fa, sia stato proprio Meroni. L’avvocato Davide Limoncello, legale del presunto omicida, fa leva soprattutto sulla legittima difesa o, comunque, su un suo eccesso colposo.
Il quarantottenne, quindi, si sarebbe difeso dall’aggressione della vittima che lo accusava di essere uno degli autori del furto messo a segno all’interno del cantiere avviato dall’azienda della famiglia Martines nel cimitero di Farello. Intanto, proprio il difensore ha scelto di chiedere una nuova perizia balistica per ricostruire la dinamica dei fatti.
Quella depositata dai periti scelti dal gup, infatti, non avrebbe preso in considerazione un bossolo esploso ritrovato solo successivamente a bordo della vettura guidata da Meroni, all’interno della quale perse la vita l’edile. Lo scorso luglio, il gup Molinari condannò l’imputato a sedici anni di reclusione davanti alla richiesta di quattordici anni formulata dalla pubblica accusa. Meroni, invece, venne assolto per il tentato omicidio di alcuni parenti di Martines che, quella mattina di dicembre, seguivano a bordo di un’altra automobile la Fiat Punto guidata dall’imputato.
Proprio su questo fronte, il sostituto procuratore generale ha scelto d’impugnare il verdetto davanti ai magistrati della cassazione. Una mossa che contrasta con quanto stabilito dal gup a conclusione del giudizio abbreviato e, ancora, con la richiesta arrivata dal pm che, appunto, ne chiedeva l’assoluzione.
In giudizio, i familiari della vittima si sono costituiti parte civile con l’avvocato Flavio Sinatra. Il gup gli ha riconosciuto il diritto al risarcimento del danno oltre ad una provvisionale in denaro.

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