Gela. Un anno fa, i giudici della Corte d’assise di Caltanissetta decisero la condanna all’ergastolo per il boss Giuseppe Madonia, per Cataldo Terminio e Angelo Palermo. Trent’anni di reclusione, invece, per la posizione di Angelo Bruno Greco. Sono tutti accusati dell’omicidio di Giuseppe Failla, titolare di un bar in centro storico freddato all’interno della sua attività, ormai trentacinque anni fa. Questa mattina, la vicenda è arrivata in appello. Saranno i giudici di secondo grado ad occuparsene a seguito dei ricorsi presentati dalle difese degli imputati. Nessuno dei coinvolti ha mai ammesso i fatti. Ripetutamente, si sono detti estranei a quanto accade. Secondo gli inquirenti, quell’omicidio venne autorizzato da Madonia, allora ai vertici di Cosa nostra, ed eseguito dagli altri imputati. Sarebbe stato Terminio a chiedere il benestare dei capi per entrare in azione. Da quanto emerso, era intenzionato a vendicare la morte del padre, a sua volta ucciso nel contesto della faida con i Cerruto. Failla doveva pagare con la vita l’amicizia con gli stessi Cerruto. Nel corso dell’istruttoria di primo grado, diversi collaboratori di giustizia esclusero che la vittima avesse legami con i clan. I figli, sentiti, ribadirono che il padre era esclusivamente dedito al lavoro e alla famiglia. Sono costituiti parti civili, con l’avvocato Giovanni Bruscia, e i giudici della Corte d’assise nissena, al termine del giudizio di primo grado, gli hanno riconosciuto una provvisionale e il diritto al risarcimento dei danni. Con l’avvio del procedimento di appello, proprio Terminio, per il tramite della difesa, ha chiesto di poter rilasciare dichiarazioni spontanee: lo farà nel corso della prossima udienza.
La difesa di Madonia, invece, ha sollevato la possibile necessità dell’astensione di un componente della Corte, che in passato si espresse in un altro procedimento a carico del boss. I legali di difesa, in primo grado, misero in forte discussione la ricostruzione fornita dai collaboratori di giustizia, alla base dell’inchiesta. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Sergio Iacona, Cristina Alfieri, Eliana Zecca e Paolo Piazza.