Gela. Per la procura generale, tutte le condanne di primo grado sono da confermare. La richiesta è stata formalizzata, in Corte d’assise d’appello a Caltanissetta, nel procedimento per l’omicidio di Giuseppe Failla, titolare di un bar in centro storico, ucciso trentasei anni fa all’interno della sua attività. In assise, l’ergastolo era stato imposto al boss Giuseppe Madonia e ancora a Cataldo Terminio e Angelo Palermo. Trent’anni di reclusione invece per Angelo Bruno Greco. Conclusioni ribadite nel procedimento di secondo grado, scaturito dai ricorsi delle difese. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Failla venne ucciso perché considerato vicino ai Cerruto di San Cataldo. Sarebbe stato Terminio a chiedere l’autorizzazione ai vertici di Cosa nostra provinciale. Voleva vendicare, in base alle contestazioni, l’omicidio del padre. Ci sarebbe stato l’avallo proprio della cupola di allora, come riferito da storici collaboratori di giustizia, tra tutti Ciro Vara e Leonardo Messina. In appello, Terminio ha voluto esporre la propria posizione. Ha escluso qualsiasi coinvolgimento nei fatti al centro del giudizio. Ha spiegato che le dichiarazioni dei collaboratori sarebbero da collegare ad una sorta di ritorsione a suo danno. Nessuno degli imputati ha mai ammesso di aver partecipato all’azione di fuoco costata la vita a Failla, i cui familiari sono parti civili con il legale Giovanni Bruscia. Il difensore di parte civile ha a sua volta confermato la versione d’accusa, sottolineando che non ci sono elementi per accogliere i ricorsi. Secondo questa linea, è stata provata la responsabilità di tutti gli imputati, tra mandanti ed esecutori materiali. I collaboratori non hanno mai dato riferimenti su possibili legami tra la vittima e i clan. E’ stato indicato come estraneo a quelle dinamiche.
Le difese, già in primo grado, sostennero l’assenza di conclusioni che potessero ricondurre agli accusati. Anche la versione resa dai collaboratori di giustizia non è stata considerata meritevole di riscontro. Toccherà proprio alle difese concludere già dalla prossima settimana. Gli imputati sono rappresentati dagli avvocati Flavio Sinatra, Sergio Iacona, Cristina Alfieri, Eliana Zecca e Paolo Piazza.