Gela. Condanna definitiva a ventisei anni di carcere per l’omicidio del commerciante
trentacinquenne Luciano Bellomo, freddato lungo viale Mattei a Macchitella nel settembre di sette anni fa.
E’ questo il verdetto pronunciato dai giudici della Corte di cassazione nei confronti del trentunenne Giuseppe Domenico Cafà. In questo modo, i giudici romani hanno chiuso il capitolo processuale scaturito dall’omicidio del giovane titolare di due centri di telefonia. Ad ucciderlo, quindi, sarebbe stato proprio l’imputato. La decisione è arrivata a conclusione di un’udienza fiume che ha riservato anche diversi colpi di scena.
Il procuratore generale, infatti, ha chiesto l’annullamento con rinvio degli atti al giudice di primo grado. In sostanza, si sarebbe trattato di una bocciatura totale per le decisioni assunte nei precedenti gradi di giudizio. Secondo la procura generale presso la Corte di cassazione, ci sarebbero state presunte nullità nella formazione della prova.
Alla richiesta si sono associati i legali di difesa dell’imputato che, comunque, chiedevano direttamente l’assoluzione del loro assistito, con il relativo annullamento della sentenza di condanna a ventisei anni di reclusione già pronunciata dai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta. Solo le parti civili, rappresentate in aula dagli avvocati Salvo Macrì e Nicoletta Cauchi, invece, si sono opposte a qualsiasi annullamento.
I due legali, rappresentanti dei familiari della vittima, hanno sottolineato, in lunghi interventi, la regolarità della costruzione processuale che condusse alla condanna in secondo grado per Cafà. Per questa ragione, hanno chiesto di accogliere in pieno il contenuto del ricorso partito dai magistrati della procura generale presso la Corte d’assise d’appello di Caltanissetta che chiedevano la condanna all’ergastolo per il trentunenne. Dopo una lunga camera di consiglio, i giudici di cassazione hanno scelto di rigettare sia le richieste di annullamento che quella di condanna all’ergastolo, confermando, invece, la condanna a ventisei anni di reclusione.
Non è da escludere, a questo punto, che nelle prossime ore possa essere eseguita la misura di custodia cautelare nei confronti dello stesso Giuseppe Domenico Cafà.
Lo scorso settembre, invece, i giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta condannarono a quindici anni e quattro mesi di reclusione Emanuele Curvà, ritenuto complice del killer entrato in azione quella sera del 24 settembre di sette anni fa in viale Mattei.