Omicidio a Genova, scommesse e droga sullo sfondo del coinvolgimento dei Morso

 
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Gela. In attesa di mettere la parola fine alla fuga di Enzo Morso, uno dei presunti autori dell’omicidio del ventottenne Davide Di Maria, la procura di Genova sta passando a setaccio le proprietà degli appartenenti alle due bande rivali. Grazie ad una operazione congiunta, tra il comando provinciale dei Carabinieri e la Questura, sono state controllate cantine, appartamenti, box nei comuni di Valbinasco, Cornigliano e la Foce. Gli inquirenti sono certo di potere trovare quantitativi di stupefacenti che vengono spacciati in quelle zone. Sarebbero queste le reali motivazioni legate all’omicidio di Davide Di Maria avvenuto nell’appartamento di salita San Giacomo a Molassana. Il ventottenne è stato freddato da un colpo di pistola, sparato da Guido Morso, 34 anni, figlio di Enzo. In quella circostanza sono rimasti feriti altri due giovani: Marco N’Diaye, meccanico senegalese nato a Genova di trent’anni e Christian Beron, manovale colombiano di 29 conosciuto da tutti come “Escobar”. Il trentaquattrenne, dopo l’uccisione di Davide Di Maria si era allontanato in sella ad uno scooter prima di costituirsi presso la caserma dei carabinieri della compagnia di San Martino, accompagnato dal suo avvocato Mario Iavicoli. Suo padre, Enzo Morso, è ancora in fuga. La Fiat Panda con la quale era fuggito dal luogo del delitto era stata immediatamente ritrovata. All’interno dell’abitacolo sono state trovate tracce di sangue. 

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