Oltre due milioni di metri quadrati da bonificare, ministero conferma Sin locale

 
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L'ex discarica Cipolla è tra le aree mai bonificate

Gela. E’ in assoluto, per estensione, il secondo in Italia, dietro solo all’area della provincia di Rovigo, in Veneto. I dati forniti dal Ministero della transizione ecologica sono ancora più espliciti nel tracciare i contorni di un sito provinciale da bonificare, che si estende per un totale di 2.287.500 metri quadrati. La quasi totalità si concentra proprio nel Sin locale, con l’area del Biviere, già inserita nel piano regionale delle bonifiche. I funzionari ministeriali hanno ricompreso l’intera zona anche nel recente aggiornamento dell’elenco dei siti orfani, che devono essere sottoposti a processi di bonifica, ora anche attraverso i fondi del Pnrr. L’area si estende per 2.110.000 metri quadrati ed è tra quelle che da decenni attendono interventi profondi, per la presenza di ex discariche industriali e di soglie di contaminazione, accertate da tempo. L’aggiornamento è stato finalizzato con un decreto, che risale alla fine di marzo. Le aree della provincia di Caltanissetta si confermano quelle che hanno maggiore estensione, dietro solo a quelle della provincia veneta di Rovigo, che invece superano i cinque milioni di metri quadrati. In assoluto, il Sin di Gela è il secondo per estensione, in tutta la penisola. Da sempre, si è posta la necessità di individuare fondi idonei per l’attività di bonifica, che ora il ministero, attraverso la direzione generale uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche, vuole attingere dalla misura “M2C4” del Pnrr. Lo scorso anno, sempre attraverso il ministero e con l’intervento della Regione, sono stati stanziati fondi per circa 30 milioni di euro, previsti invece per la messa in sicurezza di due ex discariche industriali, ricavate in passato in aree rurali. Il procedimento per il risanamento a Marabusca e Cipolla è in atto e il Comune deve coordinare tutte le fasi. Domani, la questione ritornerà all’assise civica, con un’interrogazione sul tema presentata dal consigliere pentastellato Virginia Farruggia. Verrà chiesto di spiegare a che punto siano le attività amministrative e tecniche.

Nel novembre di un anno fa, attraverso un altro decreto, il ministero ha fissato una sorta di road map per la gestione dei fondi e per le procedure da mettere in atto, prevedendo che entro il primo trimestre del 2026 si giunga alla riqualificazione di almeno il 70 per cento dei siti orfani. Circa quattro anni, quindi. Spesso, altre previsioni dello stesso genere, in passato, si sono dissolte in un nulla di fatto.

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