Gela. Rivedere l’organizzazione strategica del sito archeologico di Caposoprano. Giuseppe Alessi, referente di “ArcheoAmbiente”, torna a chiedere un confronto pubblico sul nuovo ingresso delle Mura Timoleontee, sul lato est. Ha ribadito la necessità di un consiglio comunale monotematico. “Da tempo l’amministrazione comunale sta cercando di trovare un’area di sosta adeguata per bus e autovetture, in quanto si avvicinano i tempi per la riapertura del Museo archeologico, chiuso ben quattro volte dal 1958 ad oggi, e per l’inaugurazione del Museo del mare. E’ evidente che ciò può avvenire soltanto se la Regione potrà colmare l’alta deficienza degli addetti alla sorveglianza. Essendo i siti archeologi molto più visitati rispetto ai musei, ciò lo evidenziano i numeri riscontrati in Italia, mediamente 10 a 1, il vero e grande problema si porrà in concomitanza con questi due musei, per visitare il sito di Caposoprano sprovvisto di area di sosta e per la pericolosità del suo attuale ingresso, per cui sarà poco fruibile. A tale scopo – dice Alessi – l’ArcheoAmbiente, che opera dal 1994, rinnova il suo disappunto vista la mancanza di attenzione di questo inconveniente da parte degli organi competenti, rendendo noto che proprio oggi, telefonicamente, ha reiterato al prresidente del consiglio comunale la richiesta, già protocollata il 9 maggio, di un consiglio comunale monotematico per un nuovo ingresso ad est, prospiciente al viale Indipendenza, del parco archeologico di Caposoprano e relativa area di sosta”.
“Ciò non solo risolverebbe la mancanza di sicurezza, ma servirebbe a rilanciare le Mura di fortificazione e anche l’altro unicum dei Bagni pubblici greci, IV-III a. C. Questa testimonianza, che ha precorso le terme romane, si può riscontrare soltanto in Grecia. Da tenere presente – aggiunge Alessi – la grande valenza delle Mura di fortificazione, V-III sec. a. C., dal punto di vista storico poiché in questo sito nel 405 a. C., si è svolta la battaglia di Gela, tramandata da Diodoro Siculo e pubblicata da Massimo Valerio Manfredi nel suo libro intitolato “Il Tiranno”. Esse, anche nell’ambito archeologico, costituiscono uno degli esempi più significativi dell’architettura militare greca”.
