Quotidiano di Gela

Nuova rianimazione mai partita, Utin e tanti servizi ancora carenti

Le criticità si susseguono e alcune sono ormai strutturali

A cura di Redazione
21 aprile 2025 10:30
Nuova rianimazione mai partita, Utin e tanti servizi ancora carenti -
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Gela. A intervalli quasi regolari, viene rilanciato il tema del rafforzamento dei servizi sanitari in città, a partire da quelli dell'ospedale “Vittorio Emanuele”. Le criticità però si susseguono e alcune sono ormai strutturali. Si sa ben poco del futuro della nuova rianimazione finanziata da Eni. Realizzata ma con la necessità di rivedere l'intervento soprattutto per metterla in comunicazione con la sala operatoria. Sarebbe dovuta servire durante l'emergenza Covid, cinque anni fa. Da allora, non è mai stata attivata. Da anni si attendono riscontri effettivi circa la possibilità di avere un Utin finalmente a pieno regime ma tutto è rimasto chiuso. I locali dell'ex pronto soccorso infettivologico sono un altro capitolo che genera lamentele da parte di medici e operatori. Al loro interno è stata collocata la guardia medica ma in una struttura che viene giudicata del tutto non idonea, pure per le basse temperature dovute alla presenza di un sistema Tac. La collocazione del Cup è un altro aspetto che non convince gli operatori. E' attualmente fuori uso, per l'ennesima volta, uno dei pochi ascensori interni mentre non si è ancora messo mano alla riparazione della scala che porta alla zona della sala operatoria. La riorganizzazione dei servizi, con la chiusura della sede di via Parioli, ha determinato una concentrazione di personale, in spazi piuttosto limitati, sia in via Madonna del Rosario sia in via Butera. Proprio nella struttura di via Madonna del Rosario si trovano a coesistere i servizi di salute mentale e quelli del Sert per le tossicodipendenze. Nell'ex mattatoio comunale si trovano adesso i servizi di veterinaria ma mancano la divisione interna e il sistema per la beggiatura mentre i collegamenti internet vanno adeguati. In ospedale, ancora, si attende un vero e proprio adeguamento numerico del personale medico e non solo, da tempo su numeri non sufficienti per andare incontro alle esigenze del territorio.

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