Gela. Il giudizio di appello si aprirà la prossima settimana. Il ventitreenne Salvatore Rinella ha impugnato la sentenza che lo ha condannato, in primo grado, a quattro anni e quattro mesi di reclusione per il duplice omicidio stradale di Nuccia Vullo e della piccola figlia Ludovica Caracappa. C’era il giovane alla guida della Fiat Panda che travolse e uccise madre e figlia, lungo un tratto di via Venezia. Un terribile schianto che non ha lasciato scampo alle due vittime. Rinella è accusato anche di omissione di soccorso, per essersi allontanato subito dopo l’incidente. La stessa notte si presentò alla stazione dei carabinieri del reparto territoriale. Il legale che lo assiste, l’avvocato Salvatore Incardona, davanti al gup del tribunale di Gela ha optato per il giudizio abbreviato, che ha consentito all’imputato di ottenere una condanna meno pesante. Saranno i giudici della Corte d’appello nissena a ritornare sulla vicenda. Il giovane ha sempre sostenuto di non essersi accorto della presenza di madre e figlia, che vennero poi trascinate via. Nuccia Vulla e la figlia Ludovica erano appena uscite da un ristorante della zona e stavano raggiungendo la loro auto. La difesa, dopo aver esaminato le motivazioni depositate dal gup, ritiene però che vada valutato quanto sostenuto dal perito nella relazione tecnica.
I familiari (il marito di Nuccia Vullo, l’altra figlia della coppia e i genitori della donna) sono parti civili e nel giudizio di primo grado hanno chiesto la condanna di Rinella, attraverso i loro legali, gli avvocati Riccardo Balsamo, Gionata Virga, Seba Virga e Gaetano Purpura. Gli è stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni e saranno in giudizio anche nel corso del procedimento di secondo grado.