Norma Ars fa rientrare Cavallo in consiglio? A rischio potrebbe esserci posto Morselli

 
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Gela. Non solo giunta e maggioranza che cambiano pelle politica. Anche tra i banchi del consiglio comunale potrebbe esserci l’avvicendamento? Dall’Ars, in settimana, è arrivata l’interpretazione autentica della normativa che regola l’assegnazione del premio di maggioranza e a farne le spese potrebbe essere un consigliere di riferimento del sindaco Lucio Greco, Romina Morselli di “Un’Altra Gela”. Negli scorsi mesi, la prima dei non eletti nella lista “Avanti Gela”, l’ex forzista Sara Cavallo, si è rivolta al Tar Palermo per chiedere di rivedere la decisione della commissione elettorale, che con le modalità di assegnazione del premio di maggioranza ha consentito al consigliere Morselli di insediarsi. In base al ricorso dei legali della Cavallo, però, il sistema di attribuzioni è da rivedere. Non quindici consiglieri alla coalizione vincente, ma solo quattordici. Una soluzione che consentirebbe all’ex forzista di fare ritorno a Palazzo di Città, dopo l’esperienza nella precedente consiliatura. Nella norma approvata all’Ars si precisa che “il comma 6 dell’articolo 4 della legge regionale 15 settembre 1997 n.35 e successive modifiche ed integrazioni si interpreta nel senso che, per i casi nei quali la percentuale del 60 per cento dei seggi non corrisponda ad una cifra intera ma ad un quoziente decimale, l’arrotondamento si effettua per eccesso in caso di decimale uguale o superiore a 50 centesimi e per difetto in caso di decimale inferiore a 50 centesimi”. Un criterio che potrebbe rimescolare le carte.

A gennaio, i legali di Sara Cavallo hanno chiesto un rinvio della trattazione del ricorso, in attesa che l’Ars si pronunciasse. Ora, saranno i giudici amministrativi a dover valutare, soprattutto in base alla nuova norma. Lo scorso anno, gli stessi magistrati palermitani avevano respinto un ricorso analogo a quello della Cavallo, relativo all’esito delle amministrative a Bagheria. Una decisione precedente però alla norma adesso approvata dall’Assemblea regionale. Anche in questo caso, il candidato (primo dei non eletti), che era a supporto dell’aspirante sindaco sconfitto, si era rivolto al tribunale amministrativo sostenendo che l’Ufficio centrale elettorale avrebbe dovuto applicare un premio di maggioranza con il riconoscimento di quattordici consiglieri al sindaco vincente e non quindici, come invece è accaduto anche a Gela. Il ricorso è stato respinto. Secondo i giudici amministrativi, era “infondato”.

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