Gela. Otto anni e quattro mesi di reclusione. La richiesta è stata avanzata dalla procura per l’imputato che, nel giudizio abbreviato, risponde di presunti abusi sulle due nipoti, una già maggiorenne all’epoca dei fatti e l’altra invece minorenne. Secondo quanto dichiararono, il nonno avrebbe cercato più volte di avere approcci e contatti. A segnalare i fatti fu la madre delle ragazze, figlia dell’imputato. Per la procura, ci furono chiare responsabilità da parte dell’uomo, finito davanti al gup. La difesa, sostenuta dal legale Giacomo Ventura, ha invece del tutto ridimensionato la vicenda, sottolineando l’esistenza di contraddizioni nei racconti resi e nella ricostruzione fornita dall’accusa. Ha inoltre richiamato la particolare tenuità dei fatti. Le giovani confermarono nell’incidente probatorio quanto riferito agli investigatori. Per il loro legale, l’avvocato Salvo Macrì, gli imputati vanno condannati, perché consapevoli di quanto sarebbe accaduto. Una linea condivisa anche dal legale della madre delle ragazze, l’avvocato Luigi Cinquerrui. Le ragazze e la madre sono parti civili.
La procura ha concluso per la condanna a due anni di reclusione anche per la consorte dell’imputato. La donna è accusata di calunnia, perché avrebbe cercato di screditare quanto denunciato dalla figlia e dalle nipoti. L’imputata è difesa dall’avvocato Angelo Gaccione che ha escluso la riferibilità delle contestazioni alla stessa donna. Per le difese, marito e moglie vanno assolti. Il gup si pronuncerà ad inizio ottobre.