Gela. Tutto quello che gli era stato sequestrato, va restituito. E’ stata revocata la confisca di diversi beni, anche di interesse artistico, che alcuni anni fa vennero sequestrati nell’abitazione e in un laboratorio tecnico, nella disponibilità di un appassionato locale di archeologia. Inizialmente, si ipotizzava che potessero essere stati trafugati o che comunque provenissero da scavi illeciti. La Cassazione annullò, senza rinvio, la condanna che era stata imposta all’uomo e la difesa, sostenuta dall’avvocato Vittorio Giardino, dopo quella decisione, si è rivolta al giudice del tribunale, attraverso un incidente di esecuzione. E’ stata sottolineata l’assenza dei presupposti per giustificare la confisca, a seguito della decisione dei giudici romani.
Non ci sono, è stato precisato, condizioni per sostenere che i beni possano “ledere la pubblica fede”. Inoltre, la pronuncia della Cassazione ha sostanzialmente escluso condizioni per la punibilità dei fatti, che all’inizio venivano contestati al coinvolto nell’indagine. Elementi che il giudice Martina Scuderoni ha accolto, disponendo la revoca della confisca.