Il traffico di droga controllato dai clan agrigentini: chieste condanne per sei gelesi
La rotta della droga sarebbe arrivata fino a Gela, confermando gli affari strutturati per gestire il mercato
Palermo. In totale, sono ventitré le richieste di condanna avanzate dalla Dda di Palermo nei confronti di altrettanti imputati, coinvolti in una vasta inchiesta su mafia e traffico di droga. Il business delle sostanze stupefacenti, nell'area agrigentina, avrebbe visto una partecipazione attiva dei clan di Villaseta e Porto Empedocle (vent'anni ciascuno sono stati indicati per i presunti capi Pietro Capraro e Fabrizio Messina). La rotta della droga sarebbe arrivata fino a Gela, confermando gli affari strutturati per gestire il mercato. Condanne sono state richieste anche per i gelesi Rocco Grillo e Giuseppe Pasqualino, a nove anni e otto mesi di detenzione ciascuno, per Mirko Salvatore Rapisarda, a otto anni e quattro mesi, Rosario Smorta, a sette anni e due mesi, Giuseppe Piscopo, a sette anni di detenzione, e Antonio Salinitro, a quattro anni. Tutti hanno scelto il giudizio abbreviato. Era già stato disposto il dibattimento, che partirà a gennaio, per il trentaseienne Giuseppe Nicastro: insieme ad altri imputati, non ha optato per riti alternativi. L'inchiesta, coordinata dalla Dda palermitana, venne condotta dai carabinieri, avendo come baricentro geografico proprio l'area agrigentina. I gelesi avrebbero mantenuto un ruolo piuttosto rilevante proprio per il traffico di droga, come emerso in altre inchieste analoghe. I gelesi sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Salvo Macrì e Danilo Tipo. In aula, si tornerà a gennaio, per le conclusioni dei legali degli imputati.
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