Gela. Il modello di riconversione industriale avviato a Gela “deve essere seguito tanto a Milazzo quanto nel siracusano”. Il presidente della Regione Nello Musumeci lo ha precisato in questo inizio d’anno, nel corso di un’intervista rilasciata a Meridionews.it. Il governatore sembra molto interessato alle cose gelesi e si è soffermato proprio su quanto sta accadendo in città. E’ sua la nomina del commissario Rosario Arena che traghetterà il Comune fino alle prossime amministrative e Musumeci un messaggio lo lancia chiaramente. “Noi non siamo nemici dei petrolieri – ha detto durante l’intervista – ma non siamo neanche iscritti sul loro libro paga. Quindi o loro si adeguano alla nuova economia compatibile, oppure in noi non avranno un interlocutore attento e disponibile”. Il leader di DiventeràBellissima, che lo scorso novembre è stato in visita ufficiale a Palazzo di Città, si sbilancia anche su un tema che potrebbe essere decisivo, almeno da un punto di vista di nuovi finanziamenti e di investimenti facilitati. Gela sarebbe infatti destinata a rientrare tra le Zone economiche speciali dell’isola. “Un impulso arriverà anche dalla Zes, la zona economica speciale – ha continuato – le Zes non sono ancora partite perché manca il decreto attuativo del governo nazionale, ma noi siamo già pronti. Quando partiranno, zone come Gela ma anche altre subiranno un impulso positivo”. Quasi un annuncio anticipato. Da mesi si cerca di capire se per l’area locale ci sarà posto nel sistema delle Zes isolane. Lo stesso Musumeci rilancia quanto aveva già sostenuto nel corso della sua visita ufficiale in città, puntando sulla valorizzazione del “petrolio archeologico”. “Ma non è solo il modello industriale al quale dobbiamo puntare – ha detto ancora – Gela è tornata a essere un grande giacimento archeologico, mai valorizzato. Segno evidente che quella città può puntare su un turismo culturale di qualità. Non è un caso che proprio nel 2019 vogliamo realizzare a Gela un Museo delle Navi Antiche, perché poi i musei non sono soltanto a terra. Se questo viene fatto anche ad Acireale o a Milazzo, io credo che la Sicilia non sarà più la terra del più grande petrolchimico d’Europa, ma sarà una terra a vocazione turistica”.
I punti interrogativi, però, rimangono. Per l’accordo di programma, uno degli strumenti che dovrebbe alimentare la fase post-riconversione, sono stati stanziati solo venticinque milioni di euro (dieci dal governo regionale e quindici da quello nazionale) e ad oggi non è neanche partito lo sportello informativo preannunciato al momento della firma al Ministero dello sviluppo economico. Non ci sono certezze neanche sui costi delle aree ricomprese nella zona industriale locale (molto più alti rispetto ad altre province dell’isola) né sui tempi dell’eventuale realizzazione del polo per il gas naturale liquefatto, che lo stesso Musumeci ha preannunciato solo qualche settimana fa. I sindacati vorrebbero un incontro con il governatore che per ora non è in programma, nonostante le richieste avanzate anche durante la sua comparsata in municipio. Le elezioni per la scelta del successore dell’ex sindaco Domenico Messinese si avvicinano e Musumeci probabilmente ne approfitterà nel tentativo di aprire alcune porte alla città, dando così “gettoni” utili alla sua coalizione, impegnata a cercare un’unità che al momento non è ancora dietro l’angolo.
Non si sta capendo più niente a Gela e in Sicilia, grazie a tutti
La chiaccere sono chiacchiere i fatti sono tutt altra cosa. Ne abbiamo sentite di chiacchiere ma non abbiamo visto i fatti. Quindi a questa gente: poche chiacchiere e avanti con i fatti. Altrimenti ci si fa da parte e spazio a chi vuole veramente dare vita a una politica del fare