A marzo dello scorso anno aveva lasciato la Germania troncando la relazione con la moglie con l’unico obiettivo di tornare in città e rifarsi una nuova vita.
Da giugno 2015, però, sul quarantunenne gelese (C. S. le sue iniziali) pende un Mandato di arresto europeo (Mae) emesso dal Tribunale di Darmstadt (Germania) ed eseguito, ieri mattina, dai carabinieri del locale reparto territoriale. L’uomo era stato denunciato dalla moglie gelese con l’accusa di averle sottratto ingenti somme di denaro, un’autovettura in comproprietà, avere stipulato diversi contratti telefonici a suo carico e inviato messaggi minatori. Ieri mattina ha pagato l’allontanamento dal tetto coniugale con l’arresto in carcere anche se è stato rimesso in libertà dopo l’udienza di convalida. E’ stato il suo legale di fiducia, l’avvocato Giovanna Casarà, ad evidenziare che si era trasferito in città dall’aprile del 2015 mentre il mandato di arresto è stato emesso nel giugno dello stesso anno. Due mesi dopo, con esattezza. Particolare che escluderebbe l’ipotesi di fuga. Secondo l’avvocato Cassarà, il quarantunenne non avrebbe dato peso, invece, alle minacce della moglie. Il giudice della corte d’Appello ha ordinato la scarcerazione. L’uomo non potrà comunque lasciare l’Italia e avrà l’obbligo di firma una volta la settimana, in attesa del processo o di ulteriori provvedimento dell’autorità giudiziaria. L’arresto era stato eseguito dai Carabinieri a seguito di una segnalazione pervenuta dal servizio di Cooperazione internazionale delle forze di Polizia. La permanenza in carcere è durata poche ore. Il quarantunenne dopo il suo rientro in città era riuscito a trovare occupazione a Vittoria.