Gela. In pochi anni, si sono trovati proprietari di un terreno, nella zona di Manfria, inizialmente edificabile e, adesso, invece, sottoposto a tutela 3. Soprintendenza e assessorato devono produrre tutti gli atti. Quindi, hanno dovuto fermare anche l’attività edilizia necessaria alla costruzione di un immobile, regolarmente autorizzato dal Comune. Per questa ragione, i due proprietari dell’area hanno deciso di rivolgersi ai giudici del Tribunale amministrativo di Palermo. Contestano quanto contenuto nel Piano paesaggistico della provincia di Caltanissetta che ha imposto forti restrizioni edilizie, non solo tra le contrade balneari ma anche in diverse aree urbane della città. In sostanza, fino al piano approvato nel 2009, il terreno di proprietà veniva escluso da qualsiasi vincolo di tutela. Pochi anni dopo, con l’approvazione definitiva del Piano paesaggistico della provincia di Caltanissetta si sono trovati a possedere un’area vincolata. L’anomalia, però, pare essere stata intuita, almeno in questo caso, proprio dai giudici del Tribunale amministrativo di Palermo. Non a caso, i magistrati del Tar hanno subito imposto ai funzionari della Soprintendenza ai beni culturali di Caltanissetta e a quelli dell’assessorato regionale di produrre tutta le necessaria documentazione relativa non solo al caso ma anche a quanto contenuto nel nuovo Piano paesaggistico provinciale. Sono stati gli avvocati Antonino Ficarra e Carmelita Morreale ad impugnare gli atti e a chiederne l’annullamento, compreso quello del nuovo piano paesaggistico che rischia di produrre altre azioni giudiziarie dello stesso tipo.