Gela. L’intervento di Eni che ha deciso di finanziare la nuova terapia intensiva al “Vittorio Emanuele” dimostra però le debolezze della sanità locale, depauperata nel corso degli anni. Lo spiegano gli esponenti locali di “Unità Siciliana-Le Api”. “E’ intollerabile che il diritto alla salute dei propri cittadini, costituzionalmente tutelato, debba essere costantemente mortificato e oggi come ieri dimenticato dalle istituzioni e debba dipendere, pur se parzialmente, dalla disponibilità a contribuire di una multinazionale – dicono gli esponenti di “Unità Siciliana” – perpetuando quel rapporto ossequioso della città nei confronti di un’azienda che è chiamata a mettere a disposizione ben altri impegni a compensazione”. Il gruppo, che in città si rifà anche ad ex assessori come Francesco Trainito e Flavio Di Francesco, ritiene che il continuo bisogno sia anche frutto di scelte non efficaci, assunte dai manager Asp e di conseguenza dalla Regione. “Una sanità locale spogliata e costantemente mortificata da un’Asp e da una Regione poco attente ad equilibrare le risorse delle strutture ospedaliere sulla base dei bisogni, delle patologie e della popolazione che vi gravita, complice una classe politica locale che piuttosto che prendere atto di ciò che è accaduto in danno del territorio – aggiungono – si genuflette e si accapiglia per accaparrare qualche briciola di merito, senza averne, su una decisione che in assenza d’altro appare l’ennesimo schiaffo alla città, ma soprattutto alla politica locale e regionale”. Gli esponenti di “Unità Siciliana” spiegano chiaramente che anche la politica locale non è affatto immune da gravi responsabilità, incapace di apportare servizi fondamentali per la salute dei cittadini, da decenni a rischio per la presenza industriale.
“Nel frattempo, poco o nulla si sa del completamento del reparto malattie infettive ad opera di Asp e ai gelesi – continuano – non rimane che pregare e sperare che gli effetti della pandemia non siano tali da mandare nel panico la fin troppo insufficiente struttura ospedaliera locale. Non intendiamo inchinarci a questo andazzo. Facciamo un plauso ad Eni per il buon gesto simbolico, ma chiediamo alla Regione e all’Asp di fare fino in fondo il proprio dovere, dando risorse all’ospedale e invitiamo Eni, se veramente intende contribuire allo sviluppo di questo territorio, ad attuare gli impegni pregressi. Contribuisca e compartecipi agli sforzi per lo sviluppo locale e per il risanamento ambientale. Smantelli gli impianti in disuso, attui il protocollo del 2014, operi per concretizzare gli impegni sottoscritti con la precedente amministrazione e realizzi il centro di distribuzione del gnl del Mediterraneo e a servizio della mobilità su gomma”.