“Non mi conoscete?…Non si opera così!”, ex consigliere comunale a processo: inveì contro i vigili che lo multavano

 
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Gela. Parole pesanti e lunghi minuti di tensione, quando nel novembre di quattro anni fa due agenti di polizia municipale fermarono l’auto di un ex consigliere comunale per effettuare una serie di controlli. 


La tensione durante i controlli. Sono queste le accuse mosse dai magistrati della procura. Vennero riscontrate alcune infrazioni e così gli agenti emisero i relativi verbali. “Iniziò ad utilizzare un tono offensivo – ha detto una degli agenti presenti al momento dei controlli – disse, voi non mi conoscete? Sono stato consigliere comunale e non si opera così”.

A processo, davanti al giudice Tiziana Landoni, c’è Giovanni Tomasi, che difeso dagli avvocati Antonio Gagliano e Massimo Moriconi, deve rispondere alle accuse in aula. Le contestazioni dei pm sono state estese anche ad una collaboratice dello studio che arrivò sul posto, dopo essere stata chiamata al telefono dallo stesso dottor Tomasi, per portare con sé i documenti che non erano stati esibiti. “La donna – ha proseguito l’agente – voleva farci credere che i documenti fossero già nell’auto che avevamo fermato per i controlli. Ma così non era”. I legali  hanno cercato di ricostruire quanto accaduto in quei minuti, durante il controllo di polizia municipale, escludendo comunque che siano state pronunciate eventuali minacce verso i due agenti presenti. “Non mi sono mai permesso di dire che ero stato consigliere comunale – ha chiarito Giovanni Tomasi – anche perchè stiamo ero stato eletto dieci anni prima. Quel giorno ero sconvolto per un grave lutto familiare ma non ho mancato di rispetto ai vigili”.

Il Comune ha scelto di costituirsi parte civile, con l’avvocato Salvatore Incardona. La richiesta è stata accolta dal giudice, nonostante l’opposizione delle difese. In aula, per sentire altri testimoni, si tornerà a marzo.

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