Gela. “Non ho mai picchiato mia moglie o miei figli. Sono state semplici discussioni familiari”. “Solo discussioni familiari”. Si è difeso così il bracciante agricolo tunisino arrestato negli scorsi giorni dagli agenti di polizia del commissariato. Ha risposto alle domande formulate dal giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro all’interno del carcere di Balate. Difeso dall’avvocato Vincenzo Salerno si è difeso escludendo di aver imposto un regime di paura all’interno dell’abitazione. Le manette sono scattate dopo la denuncia della donna che ha descritto continue violenze. Adesso, il suo legale di fiducia si prepara a depositare una richiesta di modifica della misura cautelare imposta al bracciante da anni residente in città. Si chiederà, comunque, la scarcerazione.