Non ha versato il mantenimento all'ex consorte, pena ridotta: "Capacità di intendere e di volere scemata"
Un gelese era a processo per la mancata corresponsione delle somme per il mantenimento dell'ex consorte

Gela. Con una perizia, disposta in appello, la sua capacità di intendere e di volere è stata indicata come ampiamente ridotta. Una conclusione che ha determinato una riforma della condanna di primo grado. Un gelese, a processo per la mancata corresponsione delle somme per il mantenimento dell'ex consorte, è stato condannato a venticinque giorni, in riduzione rispetto al verdetto di primo grado, emesso dal giudice del tribunale di Gela. A richiedere la perizia, davanti alla Corte d'appello di Caltanissetta, sono stati i legali di difesa, gli avvocati Graziano Arancio e Anna Comandatore. In effetti, l'esperto che si è occupato del suo caso ha accertato la condizione di una capacità ampiamente scemata. L'imputato avrebbe dovuto versare diverse somme all'ex consorte ma lo stato mentale che man mano si è sviluppato, tra gli altri motivi, ha fatto da impedimento, come spiegato dai difensori.