"Non farò parte del direttivo dem", Favitta: "Nulla è cambiato nel partito, non mi sento rappresentato"
In casa dem, l'eterogeneità di vedute e posizioni non è una novità assoluta e gli ultimi accadimenti consiliari stanno lì a dimostrarlo

Gela. Le nomine negli organismi interni del Pd cittadino qualche risvolto, probabilmente anche inaspettato, lo stanno generando. La scelta della giovane Francesca Miano, indicata come presidente del partito, ha prodotto effetti favorevoli, intorno a un Pd locale spesso tacciato di rifugiarsi dietro la scia dei "grandi vecchi" e dei dirigenti di lungo corso. Nel direttivo figura, tra gli altri, l'ex assessore Giuseppe Favitta, anche lui democratico con una certa esperienza ma che scelse la via civica, per una certa fase, e fu poi individuato come assessore della prima giunta Di Stefano, in quota Pci ma da indipendente, "visto che ho sempre avuto la tessera del Pd e non l'ho mai nascosto". Il suo accostamento al nuovo direttivo locale dem non avrà seguito. "Avevo comunicato di non essere interessato a far parte degli organi interni del partito locale. Ringrazio per la considerazione che mi è stata rivolta - dice Favitta - ma ritengo che fino a quando la situazione non muterà drasticamente, rimarrò un semplice iscritto". Si allontanò dal gruppo locale a seguito di quanto accadde nella corsa per la segreteria nazionale. In città, contro ogni pronostico, riuscì a spuntarla l'attuale segretario nazionale Schlein, sostenuta da un'area diversa da quella "massimalista" dello zoccolo duro. Lo stesso Favitta ma pure l'allora segretario cittadino Siragusa (successivamente dimessosi) e il vice Abela, riuscirono ad avere la meglio sul fronte dei dirigenti della vecchia guardia. "Noto che nonostante quel risultato - aggiunge Favitta che qualche mese fa si riavvicinò al gruppo cittadino - nulla è cambiato. La segreteria regionale, quella provinciale e cittadina, sono state confermate in blocco. Prendo le distanze dagli organismi del partito e non mi sento rappresentato dalle candidature uniche". In casa dem, l'eterogeneità di vedute e posizioni non è una novità assoluta e gli ultimi accadimenti consiliari stanno lì a dimostrarlo.