Gela. Telefonate e successivi incontri, soprattutto in un’abitazione rurale della zona
del Biviere, non servivano ai rifornimenti di droga. 
L’indagine antidroga. E’ arrivata l’assoluzione per quattro imputati, negli scorsi anni coinvolti in una più ampia inchiesta antidroga. Il collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore, a latere Marica Marino e Silvia Passanisi, ha pronunciato un verdetto favorevole nei confronti di Emanuele Faraci, Rocco Placenti, Luca Raniolo e Giovanni Valenti. Per i pm della Dda di Caltanissetta, avrebbero fatto parte di un gruppo di spacciatori, in contatto con grossisti delle province limitrofe. Le accuse, però, sono cadute e per alcuni episodi di spaccio è anche arrivata la prescrizione.
Il pm Elena Caruso, comunque, ha chiesto la condanna di tutti gli imputati. Tre anni ciascuno a Placenti e Valenti, due anni e mezzo per Faraci e due anni e nove mesi a Raniolo. Richieste che, però, non sono state accolte dal collegio. I difensori, gli avvocati Rocco Guarnaccia, Maurizio Scicolone, Mariella Giordano e Salvatore Vasta, sono riusciti a dimostrare come dalle indagini non fosse emerso alcun elemento d’accusa a carico dei quattro, che in diverse occasioni si sarebbero incontrati, ma solo per ragioni che nulla avevano da spartire con lo spaccio di droga. 
Una linea conforme, quella illustrata in aula dalle difese, basata anche sul contenuto di diverse intercettazioni telefoniche, dal cui contenuto non sarebbe emerso nessun riferimento ad attività illecite. Alla fine, i giudici hanno accolto la ricostruzione difensiva, pronunciando un dispositivo favorevole agli imputati.
