Gela. Sono stati al centro dell’affondo che ieri sera il sindaco Di Stefano ha posto in aula consiliare, quando si è trattato di valutare il caso di Borgo Valentina. Prima l’ex assessore Licata e ora l’attuale consigliere comunale Cosentino, già dirigente del municipio, rimandano al mittente la dura reprimenda del primo cittadino. “Il sindaco, campione nazionale di arrampicata sugli specchi, mi chiama in causa, riferendosi a un assessore che, dialogando con un dirigente che oggi è consigliere comunale, ha autorizzato la collocazione di panchine in un’area che non è ancora del Comune. Direi, quindi, che non c’è dubbio si riferisse a me – dice Cosentino – da cosa evinca questo dialogo è tutto da scoprire, visto che la richiesta dell’assessore, titolare di delega al decoro urbano, non riportava alcuna mia firma. C’è di più, il sindaco, piuttosto di rispondere dell’operato del consigliere salito a bordo di un mezzo Ghelas, rigira la frittata, bruciandola. Io, da dirigente, non ho mai disposto nulla alla Ghelas su questa vicenda. Il 12 marzo 2021, la città non ricadeva in zona rossa per l’emergenza Covid. La zona rossa venne mantenuta dal 14 al 31 gennaio 2021 e poi fu riproposta il 22 aprile 2021, con l’ordinanza 46, e fino al 5 maggio 2021. Quindi, il sindaco dice un’inesattezza quando afferma che l’assessore ha disposto la collocazione delle panchine in via Orsa Maggiore in periodo di dichiarazione di zona rossa. Il sindaco non ha risposto alla domanda posta dal consigliere Di Benedetto, che intendeva sapere dove sono state spostate, per il momento, le panchine rimosse. Io avevo richiamato tutti noi consiglieri al rispetto di quanto previsto dall’articolo 42 del d.lgs.267/2000, che riguarda le attribuzioni dei consigli, e il sindaco, invece, per confondere le menti libere ha citato l’articolo 78 dello stesso decreto, con riferimento a doveri e condizione giuridica”.
Secondo l’ex candidato a sindaco, battuto al ballottaggio da di Stefano, proprio il primo cittadino si starebbe facendo trascinare da un’eccessiva “acredine”. “Chiedo al sindaco di evitare di citarmi ogni qualvolta si presenta l’occasione, in maniera gratuita e manifestando, anche, per certi versi, un senso di acredine nei miei confronti. Non so cosa lo spinga ma lo invito, per il futuro, a una maggiore delicatezza nei suoi interventi nei confronti del civico consesso, tutto. Lo invito a evitare di incorrere nelle sue bugie patologiche e ad affrontare i problemi che l’opposizione evidenzia al solo fine di una migliore collaborazione istituzionale, considerato che, come più volte ribadito, non vogliamo fare opposizione fine a sé stessa ma costruttiva. Il caso delle panchine – aggiunge Cosentino – deve essere ricondotto al vero problema, il comportamento di un consigliere comunale al di fuori dei compiti a lui attribuiti, l’abuso che è stato fatto della propria posizione di consigliere e la violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Il sindaco avrebbe dovuto rispondere di questo ma, artatamente, non lo ha fatto”.