Gela. Una paziente l’ha denunciato dopo aver scoperto di essere affetta da un timoma, rara forma tumorale che colpisce il timo nella zona del pericardio. Lo specialista Salvatore La Rosa, così, è finito sotto processo davanti al giudice Fabrizio Molinari.
Nel corso dell’ultima udienza svoltasi a Palazzo di giustizia, sono stati sentiti due consulenti di parte, incaricati di valutare l’operato del noto cardiologo rispetto alle accuse contestategli dai magistrati della procura.
“Da quello che ho potuto riscontrare – ha ammesso l’esperto nominato per conto dell’accusa –con gli esami effettuati sulla paziente era possibile accorgersi di un’alterazione all’atrio destro. Una sorta di pressione che poteva essere meglio approfondita anche davanti al fatto che la donna lamentava forti dolori al petto. In ogni caso, escludo che fosse possibile accorgersi della presenza di una massa tumorale. Per il dottor La Rosa non parlerei d’imperizia ma, forse, di una sottovalutazione del problema”.
Una tesi molto diversa da quella sostenuta dall’altro consulente di parte chiamato a testimoniare dall’avvocato Antonio Gagliano che difende il medico imputato.
“L’esame svolto dal dottor La Rosa – ha spiegato l’esperto – non avrebbe mai e poi mai consentito d’individuare una massa tumorale come quella successivamente accertata nel caso della paziente. Attraverso l’ecocardiogramma si possono sviluppare altri fattori. In ogni caso, la mancata individuazione, a mio parere, non ha per nulla inciso sullo sviluppo della patologia”.
Alle domande poste dal pubblico ministero Tiziana Di Pietro ha risposto lo stesso imputato. “Queste accuse – ha spiegato – servono soltanto ad infangare me come uomo ma, soprattutto, me come professionista. Per effettuare diagnosi di un certo tipo, sono necessarie più sedute. La paziente in questione ne ha sostenuta soltanto una e, successivamente, non l’ho più rivista. Effettuo oltre mille esami all’anno e analizzo ogni caso con la massima attenzione. Ricordo benissimo che la situazione di questa signora non destava preoccupazioni. Attraverso gli esami svolti nel mio studio non avrei mai avuto la possibilità d’individuare un’eventuale massa tumorale sviluppatasi, comunque, in un’area completamente diversa da quella presa in considerazione con l’ecocardiogramma”.
La prossima udienza è stata fissata per il 18 ottobre.