Niscemi, "Sughereta" distrutta dalle fiamme: lettera aperta al sindaco, "ecco le proposte per agire in concreto"
Una petizione, quella del collettivo "7.20", rivolta direttamente alle istituzioni, con una lettera aperta indirizzata al sindaco Massimiliano Conti
Niscemi. L'incendio che nelle scorse settimane ha distrutto una vasta area della Sughereta di Niscemi ha lasciato uno scenario di desolazione e azzeramento dell'ecosistema di quel territorio. La procura gelese ha aperto un'indagine. Il collettivo “7.20” ha lanciato una petizione online. Un messaggio è rivolto direttamente alle istituzioni, con una lettera aperta indirizzata al sindaco Massimiliano Conti.
“Gentile Sindaco, questa è una lettera aperta e di allerta solidale rivolta a lei e al Consiglio comunale presente, un patto transgenerazionale che deve chiamarci alla responsabilità oggi per il futuro. Non è la prima volta che i boschi bruciano. Ogni estate assistiamo a questi eventi con senso di rinnovata impotenza. A un mese dalla catastrofe che il 24 e il 25 luglio ha distrutto un bene comune non riducibile a nessun tipo di calcolo economico, la già provata Sughereta di Niscemi, non vogliamo come abitanti di questo territorio soltanto delegare alle istituzioni, aspettare i risarcimenti o l'avvio di progetti dal nostro punto di vista, purtroppo, già in ritardo in partenza. Chiediamo che le seguenti azioni concrete siano messe all’ordine del giorno, discusse e accolte con delibera del consiglio comunale alla prima riunione utile, per non trovarci di nuovo impreparati quando la stagione dell’emergenza incendi tornerà a infiammare le nostre aree verdi assieme al nostro sdegno nei confronti dell’incuria e dell’indifferenza. Di seguito le nostre idee e proposte concrete: un patto per il presente e per il futuro da costruire e rigenerare insieme.
1. Promuovere un piano di prevenzione e gestione innovativa degli incendi che consideri tutto il comprensorio di Niscemi sia esso di competenza comunale, provinciale o regionale. Potenziare la capacità di spegnimento anche a terra dei focolai.
2. Mappare e bonificare tutte le zone di discarica abusiva, punti di sicuro innesco per gli incendi.
3. Attivare e supportare tutte le reti di cittadinanza attiva e di volontariato che intendano svolgere un servizio di sorveglianza antincendio già a partire dal mese di maggio, anche in collaborazione con i volontari e gli operatori preposti.
4. Attuare la Legge “Un albero per ogni nato” - Legge n. 113 del 1992 e successive modifiche - che prevede che i comuni con più di 15.000 abitanti piantino un albero per ogni nuovo nato o minore adottato residente nel comune entro 6 mesi.
5. Rendere operativo il piano di Rete Natura 2000. Bloccare la raccolta del sughero nelle aree a rischio incendio. Chiudere alla caccia le aree limitrofe della riserva per permettere il ripopolamento della fauna. Opporsi a qualsiasi tentativo di declassamento o riperimetrazione delle aree di riserva.
6. Istituire un vivaio comunale che si occupi della riproduzione delle piante destinate alle vie cittadine, alle aiuole, alle alberature stradali e alla riforestazione delle aree boschive.
7. Mappare e rendere pubbliche le aree di forestazione demaniale. Aprire a progetti di gestione partecipata tutte le aree verdi demaniali attraverso protocolli d’intesa con associazioni culturali, cooperative e altre forme di progettualità organizzata.
8. Creare un conto corrente per le donazioni spontanee vincolato a un capitolo di spesa dedicato, che dia la certezza ai donatori circa l'area di intervento diretto che viene finanziato, al fine di incrementare la dotazione finanziaria disponibile per tutti i progetti di democrazia partecipata dedicati alle aree verdi qualora prevedano gestione del verde o riforestazione, pulizia e riqualificazione, educazione ambientale in natura.
In attesa che la Procura faccia il suo corso auspichiamo il massimo coinvolgimento della cittadinanza e che sia resa pubblica ogni decisione sul futuro e sviluppo delle indagini non solo in sede di consiglio comunale, ma anche tramite conferenze stampa. Esigiamo che le istituzioni facciano la loro parte, pronti da sempre a fare la nostra, non abbandonando quei sentieri, i nostri posti, le attività, i sogni e gli ideali per un presente e un futuro di rigenerazione ambientale e umana".
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