Gela. Niente elezioni dirette per le ex province e i liberi consorzi. L’ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della disciplina regionale. Quindi, niente elezioni per prendersi altri posti politici. Davanti al verdetto, i comitati tornano alla carica e chiedono di concludere l’iter delle aree metropolitane, che riguarda anche il destino di Gela. Sulla carta, è già stata scelta l’adesione alla città metropolitana di Catania, ma tutto è rimasto sospeso. “Sono rimaste nel limbo quattro comunità siciliane, vale a dire Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Licodia Eubea. Queste quattro comunità hanno rispettato alla lettera quanto prescritto dalla Regione, attraverso le leggi prodotte dall’Ars, affrontando prove di difficoltà molto elevate, tra tutte il dover organizzare i referendum confermativi che hanno visto la partecipazione di oltre trentaduemila elettori. Referendum che hanno avuto un esito favorevole con numeri superiori al novanta per cento in tutte e quattro le città – spiega Filippo Franzone del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese – però fino ad oggi queste comunità non possono programmare il futuro con l’ente prescelto, perché l’iter da parte della Regione non è ancora stato completato e si sentono estranee nell’ente da cui escono perché appunto hanno deciso di cambiare. Queste comunità attendono con ansia il giorno del rispetto della volontà popolare, per poter finalmente festeggiare il coronamento della loro scelta. Adesso manca veramente poco, un ultimo passaggio, sempre più vicino, per cambiare la storia”.
A chiedere un’accelerazione sono anche i componenti di Gelensis populus. “Occorre però che il governo regionale faccia chiarezza sul destino delle città che hanno deciso nel 2014 di migrare verso la città metropolitana di Catania che è l’annosa questione rimasta al palo in attesa di questa decisione. Più nessuna scusa può essere oggi accampata e finalmente sfidiamo il governo regionale ad essere coerente così come sfidiamo i componenti di ipotetici “comitati ufficiali”, attuali ed ex amministratori locali, che si sono fino ad oggi professati, a parole, unici e soli paladini della battaglia ai liberi consorzi di mettere in campo tutte le millantate azioni giudiziarie e non che avevano promesso. Noi di Gelensis cercheremo di capire, anche attraverso la nostra deputazione locale, cosa questo governo regionale voglia fare dei referendum del 2014 e se non dovesse prospettarsi alcuna iniziativa risolutiva chiederemo a Musumeci e al suo governo di venire qui a Gela per spiegare ai cittadini perché un governo regionale non può rispettare le scelte democratiche di una comunità. In mancanza spingeremo affinché la città richieda il giusto risarcimento al governo e al parlamento siciliano che hanno tradito e continuano a tradire la volontà popolare di cui sono espressione”.