Gela. “Emmanuello non mi ha mai minacciato per fare il buttafuori nel locale. Anzi, se le serate non andavano bene non veniva pagato. Ero io a contattarlo”. Il titolare del “Jackie ‘O”, a Caposoprano, l’ha spiegato davanti al collegio penale del tribunale, nel corso dell’istruttoria avviata a seguito del blitz “Falco”. Secondo i pm della Dda di Caltanissetta, Emanuele Emmanuello, tra gli imputati a giudizio, avrebbe imposto la sua presenza come buttafuori in diversi locali della città. Il testimone, rispondendo alle domande del pm Matteo Campagnaro e del difensore, l’avvocato Filippo Spina, ha invece parlato solo di poche occasioni, dovute a serate organizzate all’interno del locale. “Quando sapevamo che potessero esserci tanti avventori – ha aggiunto – allora, organizzavamo il servizio di sicurezza. Mi occupavo io di contattare Emmanuello”. In aula, sono stati sentiti alcuni imputati. Giuseppe Di Noto, accusato di essere uno spacciatore vicino a Gianluca Pellegrino, ha respinto ogni addebito. “Non faccio uso di stupefacenti e ho sempre lavorato – ha detto al collegio del tribunale – sono spesso fuori per trasferte di lavoro”. Nel corso dell’udienza, è stato richiamato l’uso del cestino che secondo gli investigatori serviva al passaggio di droga, calata da un balcone. “In quel “panaro” – ha spiegato uno dei testimoni – c’erano solo documenti di lavoro”. L’autotrasportatore Daniele Puccio, invece, ha ripercorso alcuni particolari dei viaggi sospetti che gli vengono contestati. Secondo pm e poliziotti, si sarebbe messo a disposizione, anche per trasportare carichi di droga. Ha fatto riferimento a contatti telefonici avuti con un altro imputato, Giovambattista Campo, ma collocandoli solo nella sfera lavorativa. In una caso, si mise a disposizione per ritirare della merce, ha parlato di “pannelli fotovoltaici”, che però non sarebbe mai stata trovata. Gianluca Pellegrino, al quale viene contestata l’accusa di associazione mafiosa, si è detto pronto per l’esame testimoniale.
A processo, oltre a lui, ci sono Carmelo Tosto, Nicolò Ciaramella, Nunzio Alabiso, Emanuele Campo, Giovambattista Campo, Pietro Caruso, Giuseppe Di Noto, Emanuele Emmanuello, Angelo Famao, Emanuele Faraci, Guido Legname, Francesco Metellino, Alessandro Pellegrino, Rosario Perna, Daniele ed Emanuele Puccio, Emanuele Rolla, Loreto Saverino, Melchiorre Scerra, Angelo Scialabba e Gaetano Davide Trainito. Sono difesi dagli avvocati Giacomo Ventura, Flavio Sinatra, Davide Limoncello, Cristina Alfieri, Francesco Enia, Salvo Macrì, Filippo Spina, Maurizio Scicolone, Raffaela Nastasi, Ignazio Raniolo, Mario Brancato, Salvatore Priola, Alessandro Del Giudice, Carlo Aiello, Salvatore Pappalaro e Antonio Impellizzeri.