Gela. Non ci furono anomalie nella firma apposta ad un mandato legale affidato all’avvocato Cristian Peritore. Il giudice Martina Scuderoni ha assolto il professionista, con la formula “perchè il fatto non sussiste”. Una richiesta in tal senso era già arrivata dal pm, nel corso della precedente udienza. Fu un ex cliente dell’avvocato a segnalare i fatti, accusandolo di aver inserito una firma falsa contro la sua volontà. Contestazioni che hanno portato al giudizio. Il professionista, difeso dall’avvocato Mirko Maniglia, ha del tutto escluso ogni ipotesi di irregolarità, spiegando di aver agito nel rispetto della deontologia. Decisive, tra gli altri elementi apportati dalla difesa, si sono rivelate le conclusioni riferite dal grafologo, il professore Francesco Matranga. L’esperto ha confermato che si trattava della firma dell’allora cliente del legale. Nella sua relazione, ha citato una “certezza tecnica” rispetto alla natura “autografa” della firma, attribuita proprio al cliente che diede mandato all’avvocato. La difesa ha ribadito la piena regolarità dell’operato di Peritore, che già alla scorsa udienza aveva rilasciato dichiarazioni spontanee, confermando l’assenza di qualsiasi forzatura o violazione. Il legale venne contattato per una procedura di divorzio.
L’ex cliente si è costituito parte civile, in aula con l’avvocato Salvo Macrì, che ha concluso per una valutazione di responsabilità dell’imputato. Secondo questa linea, non ci sarebbero elementi certi per ritenere che la firma venne apposta in presenza del cliente. Sia la perizia che le risultanze addotte dalla difesa hanno però confermato la regolarità. Il giudice ha pronunciato un dispositivo assolutorio.