“Nessun tatticismo, ecco perché i cinque assessori”, Di Stefano: “Non vogliamo strategie opache”

 
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Di Stefano e i riferimenti di partiti e movimenti che lo sostengono

Gela. Come abbiamo già riferito, il candidato a sindaco Terenziano Di Stefano ha individuato, insieme a tutti gli alleati, i nomi dei cinque assessori che andrebbero, in prima battuta, a costituire la giunta di governo della città. C’è una piena rappresentanza di partiti e movimenti che lo appoggiano. “Il principio conduttore  di questa mia campagna elettorale è la chiarezza di intenti con la città, in generale, e con le persone, in particolare. In questa fase, avrei ben potuto indicare solo tre nomi. Ritengo che avremmo dato, all’esterno, l’idea dell’incompiutezza e della costruzione in divenire, cosa che certamente non può generare quel senso di sicurezza e di protezione che invece io voglio far tornare. Per questo motivo – dice Di Stefano – all’interno di un momento di confronto con gli alleati improntato alla serenità ormai da mesi ho detto loro che, contrariamente alla consuetudine politica di questa fase, preferivo indicare cinque nomi. Sono stati accolti con entusiasmo da tutti gli alleati. Sono stati designati assessori l’onorevole Giuseppe  Arancio, l’avvocato Simone Morgana, il dottor Rosario Caci, Giuseppe Favitta  e Luigi Di Dio. La coalizione è pronta a governare la città, trincerarsi dietro i tatticismi dell’indicare solo una metà dei nomi, sarebbe stata figlia dell’inganno. I gelesi e le gelesi che hanno scelto e sceglieranno di darmi l’onore di avere la loro fiducia devono sapere fin d’ora qual è la squadra di governo. Non si può chiedere lo sforzo di uno scatto di fiducia alle persone se prima non mostriamo di volere meritare quella fiducia. Voglio meritarla anche sovvertendo gli scenari più puramente politici, spesso tutti incentrati sulla strategia opaca del dire e non dire”.

I nomi restanti saranno successivamente resi noti. Ci saranno delle donne “non come semplici quote rosa”. “Gli altri nomi saranno indicati nel post elezioni che sappiamo di poter vincere. Anche di questi nomi si è parlato, proprio perché non c’è tempo da perdere e c’è l’urgenza di dare una squadra di governo stabile alla città. Su queste personalità individuate e da indicare, donne di altissimo spessore professionale e personale, non solo c’è stata chiarezza di intenti ma c’è anche la convinzione di non voler ridurre il nome della donna ad una semplice quota rosa da indicare solo perché, in questa fase, sarebbe stato opportuno. Ritengo, anzi, inopportuno percepire la donna come una semplice quota rosa”.

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