Gela. Un presunto errore medico sarebbe costato la vita ad un neonato, di appena dieci giorni. L’indagine, avviata dai pm della procura di Catania, proseguirà. Il gip etneo ha respinto la richiesta di archiviazione, avanzata dagli stessi magistrati. Al centro del caso, la morte del figlio di una coppia di gelesi, Giuseppe Messina e Norina Pirrera. Il piccolo Luigi perse la vita nel luglio del 2016, dopo un doppio intervento, effettuato probabilmente per rimediare ad un presunto errore, almeno questo pensano i genitori e l’avvocato che li assiste, il legale Giuseppe Ferraro. La coppia gelese si è opposta all’archiviazione avanzata dai pm, che hanno ritenuto insufficienti gli elementi acquisiti. Il giudice delle indagini preliminari, accogliendo l’opposizione, ha disposto ulteriori approfondimenti, anche attraverso periti. Il parto avvenne, regolarmente, all’ospedale “Garibaldi-Nesima” di Catania. Nell’estate di quattro anni fa, nacquero due gemelli. Per Luigi, però, vennero subito disposti accertamenti. L’equipe medica arrivata al “Garibaldi-Nesima” avrebbe dovuto effettuare un intervento, considerato di routine, così da chiudere il dotto di Botallo, il canale che porta il sangue dell’arteria polmonare all’aorta. In realtà, il dotto sarebbe rimasto aperto, mentre venne chiusa l’arteria polmonare. Il successivo intervento chirurgico sarebbe servito a porre riparo. Ma le condizioni del neonato iniziarono a peggiorare, fino alla morte. Per i genitori, ci sarebbero state gravi responsabilità dell’equipe medica arrivata dal nosocomio “San Vincenzo” di Taormina, per effettuare l’operazione. L’indagine andrà avanti, come chiesto anche dall’associazione “Aria Nuova”, che ha presentato un esposto alla procura di Catania. Ora, i genitori del neonato morto e il legale che li assiste chiedono che ad effettuare gli ulteriori approfondimenti siano periti, scelti da strutture sanitarie non siciliane, anche per evitare possibili condizionamenti professionali. Sono convinti che il piccolo Luigi sia stato ucciso da un errore medico, che doveva essere evitato.
“Noi non ci fermeremo di certo – ha detto il padre a Livesicilia.it – io e mia moglie vogliamo giustizia per il nostro Luigi, ma anche per tutti i bambini che rischiano ogni giorno di essere vittima di un errore. La prosecuzione delle indagini ci dà inevitabilmente coraggio, ma allo stesso tempo pretendiamo che gli accertamenti vengano eseguiti correttamente e in modo trasparente. Dobbiamo sapere cosa è successo e chi sono i responsabili della morte di nostro figlio, che nessuno ci restituirà”.