"Nella bisca di via Citelli persi 250 mila euro", ex assicuratore in aula: "Quel sistema voluto da un avvocato"

Un meccanismo ricostruito dai militari dell'arma e dai pm della procura

29 novembre 2025 20:51
"Nella bisca di via Citelli persi 250 mila euro", ex assicuratore in aula: "Quel sistema voluto da un avvocato" -
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Gela. Un ex assicuratore perse fino a 250 mila euro ai tavoli della bisca di via Citelli, anni fa scoperta dai carabinieri. Fatti che hanno portato al dibattimento, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Francesca Pulvirenti. Per l'accusa, le partite di texas hold'em erano controllate, con un sistema capace di leggere anticipatamente carte e giocate. Un meccanismo ricostruito dai militari dell'arma e dai pm della procura. “Avevo il sospetto che ci fosse qualcosa di strano – ha detto ancora l'ex assicuratore chiamato a testimoniare – Massimo Lauria, durante le serate, andava spesso in bagno, con molta frequenza. Pensai che potesse essere collegato al fatto che vincesse quasi sempre, anche se era un giocatore comunque eccellente”. Chi frequentava la bisca poteva ottenere un fido da coprire “entro un mese”. Il testimone è stato molto netto quando ha spiegato che quel sistema di lettura delle carte, secondo lui, lo avrebbe acquistato e fatto collocare, “un avvocato del quale però non ricordo il nome”. Il professionista, secondo la versione resa dal testimone, sarebbe stato una sorta di socio occulto della bisca. Le contestazioni principali vengono mosse a Rosario Romano, Calogero Lo Porto e Vincenzo Lauria, “che però tutti chiamavano Massimo”. Le serate di texas hold'em erano concentrate in via Citelli, “ma una volta a settimana c'era Licata, nella bisca di Lauria”, ha continuato il testimone. Pare inoltre che in quel periodo, via Citelli non fosse l'unico punto di ritrovo dei giocatori, alcuni dei quali frequentavano altre abitazioni, trasformate per l'occasione in case da gioco. Il titolare di un ristorante, allora avviato sul lungomare Federico II di Svevia, ha spiegato di aver perso circa 100 mila euro nella bisca di via Citelli. “Quel gruppo frequentava il mio locale – ha detto davanti al collegio penale e rispondendo alle domande del pm Lucia Caroselli – capitava che non pagassero ma lo facevano in chips, che io usavo per andare a giocare in via Citelli”. Anche il ristoratore iniziò ad avere dubbi sul fatto che le giocate potessero essere controllate o comunque pilotate. Nessuno riuscì a individuare in tempo lo scanner che veniva usato per leggere le carte e non lasciare possibilità di vittoria. I carabinieri piazzarono sistemi video all'interno dell'immobile di via Citelli, risalendo al metodo usato per incassare somme ingenti. Sono imputati, oltre a Romano, Lo Porto e Luaria (accusato inoltre di aver fornito droga nel corso delle serate), Angelo Mangione, Antonino Cristaldi, Vito Cristaldi, Michelangelo Bevilacqua e Sebastiano Italiano. Tre frequentatori, ovvero l'ex assicuratore, il ristoratore e un imprenditore, sono parti civili, per i danni economici patiti. Sono rappresentati dagli avvocati Giacomo Ventura, Giovanna Miceli e Salvo Macrì. Gli imputati sono difesi dai legali Flavio Sinatra, Giuseppe Cascino, Francesco Enia, Maria Cascino, Antonino Benitende, Filippo Spina e Salvatore Graci.

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