Gela. Questo, almeno in base ai numeri che si susseguono, dovrebbe
essere uno dei periodi di maggiore occupazione nell’indotto Eni della raffineria di contrada Piana del Signore.
Eurotec revoca tre licenziamenti. Con l’avvio, a pieno regime, dei lavori per la green refinery, la situazione generale è sicuramente migliorata rispetto ai mesi precedenti. Ovviamente, il numero di lavoratori occupati difficilmente riuscirà a toccare i livelli precedenti al novembre di tre anni fa, quando venne firmato il protocollo d’intesa per la riconversione della fabbrica. Nonostante le aziende cerchino operai, con in testa tubisti e saldatori, la tensione è sempre dietro l’angolo. Per quasi una settimana, gli operai edili della Turco costruzioni hanno fermato le attività, in attesa di ricevere pagamenti arretrati, che comunque sarebbero condizionati da crediti che l’azienda deve riscuotere da società non della sfera Eni. Lo stato generale delle assunzioni, però, viene monitorato anche dai metalmeccanici. I vertici di Eurotec, che in estate hanno deciso di tagliare diciannove dipendenti, fanno un primo passo in avanti. Per tre di loro, infatti, arriva la revoca e torneranno a lavorare per conto del gruppo metalmeccanico, attualmente in fase di concordato preventivo. “L’azienda ha rispettato l’impegno assunto in prefettura – dice il segretario provinciale della Fiom Orazio Gauci – i responsabili non escludono, se ci sarà una mole di lavoro sufficiente, di poter richiamare altri lavoratori. Intanto, i tre operai torneranno in azienda con gli stessi requisiti che avevano prima del taglio”.
“Accordi da rispettare”. Non tutti i diciannove operai licenziati da Eurotec, però, hanno ottenuto una nuova assunzione. Un discorso analogo a quelli inseriti nella lista di disponibilità. Si tratta di lavoratori che, almeno stando agli accordi conclusi, dovrebbero confluire nelle tre aziende che, fino ad ora, stanno coprendo il numero maggiore di appalti in raffineria, ovvero Sicilsaldo, Cosmi Sud ed Ergo Meccanica. “Come sindacato, insieme ai colleghi di Fim e Uilm – conclude Gauci – continuiamo a vigilare. Non vorremmo che gli accordi vengano rispettati solo in parte, né che si dia spazio solo ad assunzioni esterne al bacino dell’indotto”.