Gela. “Il tentativo disperato di uscire dall’angolo dell’anonimato”. Per il capogruppo di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli quelle del segretario provinciale del Pd Peppe Di Cristina sono parole che non trovano riscontro neanche tra le fila del suo stesso partito, dove predomina “la confusione”. Di Cristina ha spiegato che chi critica l’operato del sindaco Lucio Greco ma allo stesso tempo non sostiene la sfiducia “porta nel baratro la città”. Il riferimento è soprattutto al fronte progressista, che si sta compattando intorno al Movimento cinquestelle e ad anime civiche, che non stanno con la sfiducia ma aspettano che sia il primo cittadino a portare soluzioni per evitare il dissesto “che lui ha causato”. “Il segretario cittadino del Pd Guido Siragusa – spiega il consigliere pro-Greco – parla di ritiro della mozione di sfiducia per farne un’altra insieme ai progressisti. Di Cristina, invece, accelera sulla mozione e si pone in alternativa ai progressisti, ritenuti falsi. Tutto questo altro non è che confusione da sopravvivenza”. Morselli, che fin dall’inizio è stato tra gli esponenti più vicini al primo cittadino, non condivide per nulla neppure la posizione espressa dall’ormai ex alleato Terenziano Di Stefano, che ha lasciato la giunta mentre il suo gruppo di riferimento, quello di “Una Buona Idea”, non fa più parte della maggioranza. Secondo l’ex assessore, le iniziative avviate per tentare di evitare il dissesto finanziario, compreso il parere sull’uso delle royalties, andavano adottate ben prima e non a cose praticamente già fatte. Per Morselli, invece, non sono considerazioni ammissibili, soprattutto in un momento così difficile per il municipio e per l’amministrazione comunale.
“Vorrei capire dove fosse Di Stefano sei o sette mesi fa? Se non sbaglio era in giunta ma non mi pare che abbia mai chiesto di muoversi per avere pareri o per ricercare soluzioni che riguardassero gli equilibri finanziari. Bisogna finirla – conclude Morselli – di farsi passare per illibati politicamente in un matrimonio che invece è stato voluto e coscientemente consumato”. Con una nuova giunta non strettamente politica, il gruppo del primo cittadino si stringe ancora di più intorno al suo operato e sta cercando di far arrivare in porto una nave che si trova ad affrontare la tempesta del possibile dissesto, con inevitabili conseguenze.