Nel giorno dello Sbarco anche il ricordo dei Carabinieri caduti a Passo di Piazza

 
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Gela. Il 10 luglio 2024 oltre alla commemorazione dello sbarco delle forze alleate sulle coste gelesi ricorre l’81° anniversario della morte dei tre giovani Carabinieri Antonio Di Vetta, Donato Vece e Michele Ambrosiano, caduti, durante la Seconda Guerra Mondiale, nelle operazioni di contrasto dello sbarco americano, la cosiddetta operazione “Husky”.
I tre militari facevano parte del Posto Fisso Carabinieri denominato “Passo di Piazza”, costituito per sorvegliare la linea ferroviaria Gela –Vittoria e alloggiato all’interno di una masseria.
Stamattina si è svolta la cerimonia di commemorazione all’interno del cimitero monumentale di Gela dove si trova un monumento funebre con i nomi dei tre caduti, alla quale hanno preso parte, il Tenente Colonnello Marco Montemagno, Comandante del Reparto Territoriale dei Carabinieri di Gela, il Vice Sindaco di Gela, Viviana Altamore, Felice Puzzo, Dirigente del Commissariato di P.S. di Gela, i Carabinieri delle Stazioni di Riesi, Mazzarino, Butera, Niscemi e Gela, dipendenti dal Reparto Territoriale, l’Associazione Nazionale Carabinieri di Gela, nonché i rappresentanti di tutte le Forze di Polizia locali.

 

All’alba del 10 luglio 1943, il piccolo presidio dell’Arma si trovò circondato da meno di una decina soldati americani che facevano parte dei circa 3.400 paracadutati in quell’area nella notte, poche ore prima dell’inizio delle operazioni disbarco, con il compito di intercettare i contrattacchi delle truppe italo tedesche di stanza nell’entroterra.
I Carabinieri, senza possibilità di comunicare per la mancanza di apparati radio e di telefono, non sapevano che era in corso lo sbarco delle truppe alleate e credettero di trovarsi di fronte ad un piccolo gruppo di paracadutisti nemici.
Dalla mansarda del fabbricato aprirono, quindi, il fuoco in direzione dei soldati che avanzavano, uccidendone uno. Ne nacque un intenso conflitto a fuoco nel quale i Carabinieri, armati solo con armi individuali, cercarono di difendere la posizione contro i paracadutisti americani armati di pistole mitragliatrici, fucili semiautomatici e granate.
Quando anche il fuoco delle artiglierie delle navi militari statunitensi si concentrò sulla masseria, della quale erano state comunicate via radio le coordinate dai soldati americani, i Carabinieri si arresero, esponendo una bandiera bianca di fortuna, ricavata da una tovaglia da tavola.
I militari statunitensi fecero irruzione all’interno della masseria, disarmando tutti i Carabinieri che, fatti allineare con le mani alzate nei presso del pozzo che si trovava al centro del cortile, vennero fucilati.
Tre Carabinieri decedettero sul colpo, i sopravvissuti vennero allontanati da alcuni soldati americani che si opposero ai loro commilitoni più animosi e, successivamente, trasferiti in un campo di concentramento provvisorio dal quale furono imbarcati alla volta dell’Algeria.

1 commento

  1. Su di un totale di circa 12.000 soldati, in questi due giorni di combattimenti, la Divisione Livorno ebbe 214 ufficiali e 7.000 uomini di truppa morti, feriti, dispersi o fatti prigionieri e noi celebriamo gli Americani, che popolo di merde senza memoria siamo!
    Cunadissimo

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